INTERROGAZIONE ON.LI LA PORTA E MICHELOTTI

 




ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03581


Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 363 del 10/10/2024
Firmatari
Primo firmatario: LA PORTA CHIARA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 09/10/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
MICHELOTTI FRANCESCOFRATELLI D'ITALIA09/10/2024


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/10/2024
Stato iter: 
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03581
presentato da
LA PORTA Chiara
testo di
Giovedì 10 ottobre 2024, seduta n. 363

  LA PORTA e MICHELOTTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

in data 1° ottobre 2024 si è verificato l'ennesimo atto violento all'interno della comunità cinese di Prato già tristemente conosciuta per alcuni componenti dediti allo sfruttamento del lavoro, immigrazione clandestina ed estorsioni legate agli ambiti imprenditoriali;

in orario notturno ed in zona residenziale prossima al Tribunale di Prato, è stata data alle fiamme la vettura di un imprenditore di pellame cinese ed adagiata a poca distanza una bara vuota con la fotografia del proprietario: simbologia, questa, che riporta alle pagine più buie della cronaca nera e di faida mafiosa;

secondo le prime ricostruzioni operate dagli agenti di polizia intervenuti, il macabro ritrovamento è da attribuirsi ad un atto intimidatorio per contrasti all'interno del mondo della criminalità organizzata cinese, circostanza nuova per questo fenomeno criminale che in passato adottava metodologie differenti e meno simboliche;

questo è solo l'ultimo degli episodi che coinvolge la suindicata comunità, dopo i procedimenti penali che si celebrano al Tribunale di Prato denominati «China Truck» e «Money Transfer» con decine di imputati, e le indagini in corso per il cosiddetto «racket delle grucce» che dal luglio del corrente anno ha dato il via ad una serie di estorsioni ed aggressioni per regolamenti di conti legati all'imprenditoria tessile e logistica cinese;

tale consorteria criminale a giudizio degli interroganti è da considerarsi a tutti gli effetti una forma mafiosa, come quelle già presenti nel nostro territorio. In tal senso è opportuno prendere le mosse dalla sentenza della Cassazione del 30 maggio 2001 n. 35914 che avalla l'applicazione del delitto di associazione mafiosa a un gruppo criminale cinese operante in Toscana e dedito al controllo anche violento delle attività dei connazionali: benché non sia, infatti, il primo arresto giurisprudenziale sulla questione, in tale occasione i giudici di legittimità hanno avuto modo di fissare alcune regole di giudizio in qualche misura innovative nel quadro di una argomentata rilettura della fattispecie incriminatrice;

gli ermellini rilevano che: «la realtà mafiosa – all'origine caratterizzata da struttura vasta e monolitica operante in ben individuati territori – è venuta trasformandosi e articolandosi in una molteplicità di organizzazioni col mutare e l'ampliarsi del genere di interessi parassitari perseguiti e con l'estendersi delle zone territoriali di influenza: fenomeno questo ricollegabile anche alle aperture via via crescenti di ogni collettività locale verso altre realtà sociali, come all'assottigliamento delle frontiere o riconducibile, per rimanere al nostro Paese, ai grandi fenomeni di immigrazioni da paese dell'est europeo e addirittura dall'estremo oriente»;

ne discende che il fenomeno mafioso cinese, talvolta difficile da accertare a causa delle numerose sentenze di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, è ben radicato nel sistema nazionale e necessita di misure specifiche e calibrate sul fenomeno che ha usi e metodologie ben diverse da quelle in uso ad altre consorterie –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

quali misure di competenza intendano applicare al crescente problema della mafia cinese nel Paese e in particolare nella provincia di Prato;

se i Ministri interrogati non ritengano opportuno adottare iniziative di carattere normativo affinché siano istituite sezioni distaccate della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Prato al fine di meglio conoscere ed affrontare i nuovi fenomeni mafiosi.
(4-03581)


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