GLI ULTRAS VIOLENTI E COLLUSI SONO LA ROVINA DELLO SPORT. ADESSO SI METTA MANO ALLA RIFORMA DEL CALCIO! RIFLESSIONE DI GIUSEPPE LUMIA
GLI ULTRAS VIOLENTI E COLLUSI SONO LA ROVINA DELLO SPORT. ADESSO SI METTA MANO ALLA RIFORMA DEL CALCIO!
Il tifoso è una bella risorsa per lo sport in generale, ma in particolare per il calcio. Riesce a dare un sapore speciale alle partite e una spinta motivazionale ai calciatori. Senza i tifosi sarebbe come mangiare un piatto di pasta insipida e pure scondita!
Questo non vale per gli ultras organizzati, che per lo più sono violenti e collusi con le mafie e diverse organizzazioni neonaziste. Loro davvero non rappresentano il cuore pulsante del calcio, sono semmai l’apice dei problemi che stanno strozzando questo sport popolare e diffuso nel mondo.
L’indagine della Procura Antimafia di Milano sugli ultras dell’Inter e del Milan lo ha svelato chiaramente: i capi ultras si approfittano del sistema che gira attorno al tifo per fare affari illegali e colludere sempre più con le mafie, sono in sostanza una sorta di incubatrici di idee estremiste, di pratiche intollerabili, di affari sporchi e di rapporti con i boss.
Nel 2016 e nel 2017 ci occupammo di questo problema in Parlamento, nella Commissione Antimafia, dopo l’avvio delle inchieste sugli ultras della curva nello stadio della Juve. Riuscimmo a svelare bene quello che avveniva realmente di losco in tutti gli stadi dove ormai le varie mafie, soprattutto la ‘ndrangheta, spadroneggiavano: sul controllo delle curve, sulla gestione di una quota dei biglietti, sui lucrosi servizi di beveraggio, dei posteggi e del merchandising, sino alla gestione del traffico di droga negli stadi. Andammo a vedere con i nostri occhi il lavoro dispendioso e massacrante delle nostre forze dell’ordine che non riusciva però a rendere le manifestazioni sportive del calcio momenti di sola passione, gioia e ironia autentiche e divertenti. Le stesse società di calcio hanno le loro responsabilità: un po’ resistono, un po’ ci marciano, un po’ ci convivono. Mai sono state capaci di fare realmente sistema tra loro e proporre un cammino per allontanare ultras violenti, affaristi e collusi.
Si è pensato allora che il problema fosse concentrato in una sola tifoseria. Si è rimasti così inermi, per responsabilità in capo alla Federazione e alla Lega, alle istituzioni e alla stessa politica. Tranne poche eccezioni, tutti si dimostravano “minimalisti”, in qualche caso “negazionisti”, entrambi approcci velenosi e rovinosi, che abbiamo più volte contestato nelle diverse stagioni della lotta alle mafie.
E adesso? Non si può certo perdere ancora una volta l’occasione di andare fino in fondo, sarebbe imperdonabile! Allora dobbiamo svegliarci: quello che è emerso a Milano oggi, e ieri a Torino, è presente dappertutto, pervade anche le serie minori di B, C e D, dove si assiste a orrori criminali e mafiosi come e peggio della serie A.
Si deve agire pertanto con rigore e progettualità. È in sostanza necessario e urgente mettere a mano scelte incisive.
Vediamo alcune piste di lavoro, per essere chiari e concreti:
* Sciogliere gli ultras e riorganizzarli su basi nuove: devono essere associazioni controllate, aperte e registrate, con l’elenco di nomi e cognomi degli associati, che non devono avere precedenti violenti e criminali né svolgere attività collegate a quello che è venuto fuori a Milano.
* Gli stadi vanno ristrutturati completamente, prevedendo gli spazi adeguati a celebrare per direttissima i processi nei confronti dei più facinorosi, come avviene in Inghilterra. Il Daspo deve essere a vita al primo segno di violenza o di gestione criminale.
* Le società devono possedere stadi nuovi, esteticamente belli e tecnologicamente avanzati, telecontrollati e in grado di ospitare a prezzi contenuti anche famiglie e bambini, attraverso consistenti agevolazioni fiscali dello Stato, per evitare che questo sport perda il suo carattere popolare.
* I servizi dentro e fuori gli stadi devono essere gestiti direttamente dalle società con personale controllato, autorizzato e senza precedenti violenti né connessioni mafiose.
* Si deve prevedere il tetto salariale (salary cap) per i giocatori e una nuova disciplina dell’attività dei procuratori, che deve diventare davvero professionale e trasparente attraverso la tracciabilità dei loro movimenti di denaro.
Siamo ormai al dunque: senza riforme radicali, non solo gli ultras violenti e collusi ma l’intero sistema del calcio diventerà solo un problema penale e non una risorsa che accende nel cuore dei tifosi il vero amore sportivo per la propria squadra.
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