Operazione a contrasto del traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio e contraffazione di valuta. Piacenza - Eseguite misure cautelari nei confronti di 7 soggetti
La Guardia di Finanza di Piacenza, nei giorni scorsi, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a 7 (sette) provvedimenti coercitivi (custodia cautelare in carcere) emessi dal Giudice per le Indagini preliminari nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti, a vario titolo, in attività di traffico internazionale di stupefacenti, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.
Le attività di indagine scaturiscono da una segnalazione pervenuta dall’Ufficiale di Collegamento della Drug Enforcement Administration (D.E.A.) presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Roma - per il tramite dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.) - contenente qualificate informazioni riguardanti un soggetto, residente a Piacenza, al centro di sistema strutturato dedito al traffico di sostanze stupefacenti di tipo Fentanyl, proveniente dalla Cina e destinato al mercato americano.
Gli approfondimenti investigativi, effettuati dalle Fiamme Gialle, hanno appurato la responsabilità del pluripregiudicato piacentino il quale, assumendo il ruolo di intermediario, acquistava lo stupefacente (droghe sintetiche dal basso costo ma dagli effetti devastanti) da smistare a vari acquirenti internazionali d’oltre oceano.
I finanzieri hanno potuto accertare come le innumerevoli spedizioni dei plichi, contenenti la droga sintetica - intestati a mittenti non rintracciabili e indirizzati a destinatari americani dalle generalità fittizie - di fatto viaggiassero direttamente sulla rotta CINA-U.S.A. In tale ambito le investigazioni hanno permesso di risalire a circa 100 mila dosi confezionate per le singole consumazioni. Inoltre veniva appurato come le transazioni economiche – dal valore complessivo di oltre 250 mila euro – effettuate a saldo delle spedizioni illegali, avvenissero tramite strumenti di pagamento non rintracciabili mediante l’utilizzo di criptovalute (Bitcoin).
Il contesto investigativo in parola ha inoltre svelato come lo stesso soggetto piacentino – già implicato nel traffico internazionale di stupefacenti – fosse anche al vertice di un’organizzazione transnazionale dedita alla fabbricazione e all’immissione, sul mercato, di valuta (in special modo in franchi svizzeri ed euro sia in monete che in banconote) accuratamente contraffatta, con l’intento di riprodurre anche dollari statunitensi.
Nello specifico il soggetto aveva allestito, presso la propria abitazione, un laboratorio composto da stampanti, tornio, presse idrauliche, fornaci, crogioli per fusione e clique per la realizzazione di monete dall’altissimo pregio qualitativo che, tramite l’ausilio di altri sodali, italiani e stranieri, venivano veicolate sul territorio elvetico sfruttando metodologie di occultamento quali doppi fondi delle vetture o batterie dei monopattini elettrici.
Giunte in Svizzera, le monete contraffatte venivano poi immesse nel circuito legale attraverso l’utilizzo di macchine automatiche per le scommesse sportive, o gli ATM bitcoin.
La riproduzione della valuta era talmente perfetta - per peso, calibratura e dimensioni - da sfuggire alle verifiche delle apparecchiature automatizzate presenti nello Stato elvetico.
La riconversione dei bitcoin in euro veniva poi affidata ad altri soggetti dell’Est Europa che, una volta conclusa l’operazione di riciclaggio, provvedevano alla restituzione, al falsario piacentino, della somma “ripulita” decurtata della percentuale del 7%.
Terminate le indagini e raccolto tutto il materiale probatorio, i finanzieri hanno poi proceduto all’esecuzione dei citati provvedimenti cautelari e ad altre diverse perquisizioni, disposte dall’Autorità Giudiziaria, che hanno interessato, oltre all’Emilia Romagna, anche la Lombardia e il Veneto.
Dei sette soggetti destinatari di ordinanza di custodia cautelare, cinque sono stati catturati nei giorni precedenti, uno è stato arrestato presso il valico di Basovizza (TS) ed uno, tuttora latitante, è stato inserito nel sistema informatico di cooperazione internazionale per il rintraccio e arresto. L’esito delle attività di polizia giudiziaria, eseguite in Italia, ha consentito, inoltre, di sequestrare circa 300 mila euro in contanti, circa 26mila euro in bitcoin, 70 dispositivi informatici e 3 orologi di pregio, oltre a un immobile, con relative pertinenze, e a tutta la strumentazione atta alla contraffazione della valuta.
Le attività investigative effettuate oltre oceano si sono concretizzate in 11 perquisizioni che hanno portato all’arresto di altrettanti soggetti e al sequestro di 2 kg di sostante stupefacenti sintetiche, di 1 kg di marijuana e armi.
Nell’ambito della cooperazione internazionale, garantita dalla D.C.S.A. - Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno - le operazioni effettuate in territorio italiano hanno visto la partecipazione - oltre al personale della citata Direzione, di alcuni esponenti istituzionali americani unitamente ad agenti appartenenti alla D.E.A. statunitense in veste di osservatori. Successivamente le attività operative si sono spostate in U.S.A. dove alcuni finanzieri del Reparto operante piacentino e appartenenti alla D.C.S.A. hanno preso parte, anch’essi in qualità di osservatori, alle operazioni di polizia condotte dai colleghi americani.
Le operazioni investigative consolidano il ruolo centrale del Comando Generale della Guardia di Finanza quale punto di riferimento per la valorizzazione della proiezione internazionale del Corpo nella lotta alla criminalità economico-finanziaria che opera, oramai, sistematicamente a livello globale.
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