Empact (European multidisciplinary platform against criminal threats) è la piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali che contrasta le principali minacce poste dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità internazionale che colpiscono l’Unione europea. Il suo compito è quello di rafforzare l’intelligence e la cooperazione strategica e operativa tra le autorità nazionali, le istituzioni, gli organi dell’Unione europea e i partner internazionali.
Nell’ambito di questo strumento chiave dell’Ue per la lotta al crimine organizzato, dal 26 al 29 ottobre si sono svolte le “Giornate di azione congiunta Europa sudorientale” (South East Europe joint action days), durante le quali le autorità di polizia dei 28 Paesi europei interessati dall’operazione (18 Stati membri Ue e 10 Paesi terzi), hanno focalizzato le attività sul traffico di armi da fuoco, di droga, e di migranti, in particolare sulla tratta di esseri umani.
L’Italia ha coordinato le operazioni sul territorio nazionale attraverso la Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza e, in particolare, la Sala operativa internazionale (Soi) del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, che, come di consueto, ha svolto la funzione di hub informativo.
L’Italia ha coordinato le operazioni sul territorio nazionale attraverso la Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza e, in particolare, la Sala operativa internazionale (Soi) del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, che, come di consueto, ha svolto la funzione di hub informativo.
Sul campo sono intervenuti la Polizia di Stato con la Direzione centrale dell’immigrazione e della Polizia delle frontiere, l’Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza presso i rispettivi punti di frontiera (Border crossing points). La Guardia di finanza ha eseguito le attività anche con il supporto dell’Agenzia delle dogane e monopoli all’interno degli spazi doganali.
Circa 16mila operatori sono stati coinvolti nelle attività, svolte principalmente nei Balcani (la rotta balcanica è un punto di ingresso chiave all’Ue per i trafficanti di armi e stupefacenti) e nell'Europa sudorientale e che hanno portato a 382 arresti, la maggior parte dei quali relativi a traffico di droga, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, frode documentale e traffico di armi da fuoco. Sequestrate oltre 100 armi da fuoco (tra le quali sistemi di difesa aerea, granate, missili anticarro, mine antiuomo) e ingenti quantitativi di stupefacenti (tra i quali circa 300 chili di eroina e 150 di cannabis).
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