Austria
L’Austria rappresenta un importante crocevia per i traffici illeciti destinati al centro dell’Europa lungo la cosiddetta “rotta balcanica”. L’eroina proveniente dalla Turchia e le armi illegali, infatti, vengono inviate su questa direttrice dalle organizzazioni criminali dei Paesi dell’est. Un aspetto che ha stimolato una sempre maggiore cooperazione con le omologhe strutture di polizia, specie con il BK, attraverso celeri scambi informativi, finalizzati tanto alla attività di prevenzione, quanto alla repressione mafiosa. L’interesse ancora attuale della criminalità organizzata italiana verso il territorio austriaco emerge dall’operazione “Jackpot” 17 della DDA di Roma, conclusa l’11 febbraio 2020 con l’identificazione di un pregiudicato, già in passato appartenuto alla banda della Magliana, che aveva costituito un’associazione per delinquere dedita al gioco illegale on-line e alla raccolta di denaro nell’ambito delle scommesse clandestine, con ramificazioni anche in Austria e in Spagna per il successivo riciclaggio del denaro. Precedenti attività investigative avevano consentito di appurare che i gruppi criminali italiani, in particolare quelli legati alla ‘ndrangheta, benché non radicati in Austria lì avevano riciclato i proventi illeciti a disposizione in attività finanziarie e investimenti immobiliari. Nel dettaglio, il clan NIRTA e i BARBARO avevano costituito società “cartiere”, con sede legale anche in Austria, utilizzate per ripulire il denaro “sporco”, mentre la cosca dei GALLACE di Guardavalle (CZ) si avvaleva di un fiduciario per reinvestire i proventi derivanti dal traffico di stupefacenti. Analogamente, recenti attività investigative, hanno mostrato l’interesse dei gruppi di camorra, segnatamente il clan GIONTA-ASCIONE-PAPALE-IANUALE-ELIA, nei traffici internazionali di armi approvvigionate nei Paesi dell’est e fatte giungere in Italia attraverso il territorio austriaco passando per il confine con la provincia di Udine. L’Austria, quale territorio di confine, rimane una meta utilizzata dalle organizzazioni criminali, anche straniere, per favorire la latitanza di affiliati. Lo testimonia il rintraccio e l’arresto effettuato nel dicembre del 2019 dalla DIA, in collaborazione con la polizia austriaca, di un albanese destinatario di un mandato di arresto europeo emesso nell’ambito di un’indagine antidroga della DDA di Bari22, che si era rifugiato in un’area di confine dell’Austria.
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