L’ULTIMO ATTO D’INTELLIGENCE DI QASSEM SOLEIMANI: Riportare al grembo dell’Iran MUQTADA al SADR?
Di: Pier Paolo Santi
Analista OMCOM
In una triangolazione ad alta tensione fra USA, Iran e popolazione irachena, quale anomalia è possibile ricavare da un gruppo sciita armato che minaccia direttamente il Presidente Trump sulla sicurezza delle postazioni militari e civili statunitensi in Iraq?
Saremo giustificati a non trovarne alcuna traccia ma inserendo ulteriori elementi offriremo una maggiore completezza di un micro scenario. Il gruppo in questione non solo sembrerebbe non aver mai partecipato ad una azione operativa ma si presenta come nuovo autodefinendosi “Jund al- Imam al-Hujja”. Nel suo video artigianale comparso nell’Agosto del 2019, riscontriamo effettivamente la presenza di sette razzi mal tenuti e presentati in uno scenario improvvisato. Nonostante simili premesse il gruppo è riuscito ad ottenere un proprio spazio da molti media e siti del globo.
Il secondo punto da focalizzare riguarda l’impostazione ideologica, a loro dire legata ad una colonna dello sciismo iracheno quale Muhammed Muhammed Sadiq al Sadr.
Tra le righe dei vari resoconti compare anche il nome di un attuale protagonista della scena irachena, in quanto stretto parente, Muqtada al Sadr.
Muqtada si è sempre distino come antagonista degli Stati Uniti a partire dal 2003 quando strutturò l’esercito del Mahdi contribuendo alla famosa Insorgenza. Perfino nella fase politica di questi ultimi anni ha sempre cercato di ostacolare i piani di Washington. Una lettura svogliata potrebbe suggerire anche una sorta di associazione fra Muqtada e Jund al-Imam a Hujja ma con il concreto rischio di commettere un errore valutativo di non poco conto. Al chierico sciita quella tipologia di gruppo allo stato attuale non potrebbe che essere fonte di criticità e problematiche di varia natura a partire dall’evidente forzatura d’inserimento di membri della sua famiglia. Muqtada non necessita di simili gruppi per ostacolare gli USA, quando dispone del supporto e fedeltà di miliziani ben collaudati. Non gioverebbe nemmeno con l’applicazione della “doppia faccia”: formare un gruppo sottotraccia e negarne ufficialmente la paternità al solo fine di gestire la componente estrema e quella moderata dei proprio sostenitori. Se fosse stato l’intento ne sarebbe uscita una mala esecuzione tutt’altro che degna delle capacità del nostro soggetto.
Ritorniamo alle eventuali motivazioni che hanno reso possibile un interesse del gruppo da parte di molti:
a)- La mossa di usare figure parentali di Muqtada si è rivelata geniale sia perché chiama indirettamente in causa uno degli attuali personaggi più discussi, sia perché suscita simpatie a molti ambienti fedeli allo scomparso leader storico al Sadr.
b)- I membri di Jund al-Imam al-Hujja sono, in verità, affiliati di una certa fedeltà all’Iran ben conosciuti da altre milizie influenti e con capacità (contatti anche per dare risalto a terzi)
c)- Il gruppo è stato menzionato per un sensazionalismo, tra le altre, per le citazioni dirette a Trump.
d)- Il gruppo è stato creato ad hoc da un secondo attore ben strutturato nella società irachena per mettere in difficoltà Muqtada al Sadr. In verità punto (b) e (d) potrebbero essere una consecutio.
Prendendo in esame le oscillanti posizioni tattiche intraprese da Muqtada è realmente arduo ottenere una chiara visuale di quale attore, nel caso il punto (d) avesse fondatezza, sia stato intenzionato a mettere in imbarazzo e ad ammonire nell’ombra il chierico (perché più di questo non avrebbero potuto ottenere).
Gli USA sono i più tangibili rivali ma è con l’Iran che Muqtada sta proseguendo una partita di pesi e contrappesi. In linea teorica dovrebbe essere allineato con la terra degli Ayatollah ed in parte lo è stato durante le azioni antiamericane del Mahdi o nella recente guerra contro il califfato di Abu Bakr al Baghdadi. D’altro canto molte anche le tensioni dettate dall’impronta nazionalistica (ben poco incline a influenze esterne) di Muqtada, ancora nitida la foto dell’incontro in Arabia Saudita con il principe Mohammed bin Salman (tra i primi competitori dell’Iran). A questo punto della nostra analisi gli avvenimenti sul finire del 2019 e inizio 2020 sono preziosi.
In Agosto 2019, come riportato, compare Jund al-Imam al-Hujja, Muqtada manifesterà anche in altre circostanze dissenso per eventuali attacchi diretti in questa fase. Potrebbe esserci dell’arte d’Intelligence intorno alla possibilità che sia stato un gruppo voluto per dare un avvertimento: intaccare le stesse radici dell’avversario-alleato per demolirne la compattezza, nel caso non tornasse nei ranghi, dei suoi stessi seguaci.
Nei primi di settembre 2019 il chierico lo ritroviamo in Iran in occasione del santo giorno sciita di Ashura. Foto di quella circostanza lo ritrae in mezzo a due figure portanti dell’Iran quali la guida della rivoluzione Sayyed Ali Khamenei e Qassem Soleimani (Intelligence,al Quds). Molti analisti rimasero sorpresi della partecipazione che trasmetteva due messaggi di fondo:
Destinatario l’Arabia Saudita e USA: Muqtada è ritornato nell’orbita madre
Il carattere religioso della cerimonia: essendo un nazionalista e nel contempo un religioso sciita, si è sempre dilaniato su a quale parte dare priorità per la visione ideale del suo Iraq.
Dopo prolungata tensione, pertanto, un primo segnale di ritorno d’allineamento?
Parrebbe tale ma non sufficiente, forse le divergenze erano ancora marcate.
Il primo ottobre in Iraq ha inizio una catena di manifestazioni contro l’allora governo in carica accusato di corruzione e mancate promesse, un governo con al suo interno una forte influenza iraniana. Quest’ultimo particolare non ha fermato Muqtada a tentare di cogliere un occasione verso un rafforzamento in patria del sostegno popolare, sempre a ottobre decise di sostenere i manifestanti . Alcuni osservatori diranno che si trattava di una mossa per tentare la strumentalizzazione di piazza.
A Dicembre veniva eseguito un attentato nell’abitazione di Muqtada per mezzo di un drone. Le conseguenze saranno minime anche per la mancata presenza in loco del leader in quel momento recatosi nuovamente in Iran. Quale Intelligence deciderebbe di vanificare un attacco drone venendo a conoscenza che il suo target non è presente?
Si tratta di un caso di palese incompetenza, improbabile, oppure di un avvertimento. Uno stretto collaboratore di Muqtada, Saleh Muhammad al-Iraq aveva sostenuto che la motivazione dell’attacco andava ricercata nella decisione del leader sciita di sostenere le manifestazioni. Continuando a seguire la cronaca, l’uomo dell’Intelligence iraniana Soleimani si trovava in questa fascia temporale proprio in Iraq per tentare di contrastare le proteste.
LO SCHEMA
Lo schema riporta un cono in cui sono indicati i limiti massimi e minimi di tensione fra Iran e Muqtada al Sadr. Oltrepassarli indicherebbe un tipo di criticità irreversibile (forse non raggiunto neanche con la visita in Arabia Saudita). All’interno del cono un grafico di andamento dei rapporti comprendente un arco temporale che va dall’agosto 2019 al gennaio 2020. Partendo dalla possibilità che sia stato il Quds ad applicare manovre d’Intelligence atte a controllare Muqtada, (α) appare evidentemente troppo distaccata da (β). Si tratta concettualmente di un picco eccessivo che potrebbe occultare altri passaggi di tensione (1;2;3) non riscontrabili dall’OSINT. Riprendiamo il gruppo Jund al Imam al Hijja, effettivamente sono stati compiuti alcuni attacchi da parte di milizie filo-iraniane in Iraq contro postazioni USA ma non ho trovato una rivendicazione del gruppo attenzionato. Fattore a questo punto irrilevante. Tra le milizie più attive attualmente risulta Kataib Hezbollah fedele all’Iran, stata particolarmente sinergica con Soleimani. Potrebbero fazioni come questa aver prestato razzi al fittizio gruppo per inscenare la rappresentazione?
Una nota interessante la offre lo stesso Muqtada al Sadr che nei momenti di questa crisi invitava apertamente di non provocare gli USA con attacchi militari o paramilitari ma con la forza del consenso politico. Un ulteriore contrapposizione con altre strutture filo-iraniane, il tentativo di distinguersi per attirare i manifestanti, forse la presa di posizione pubblica per diffidarsi da gruppi trappola come Jund al Imam al Hijja?
Interessante la riunione voluta dallo stesso Muqtada nel gennaio 2020 con tutte le forze sciite del paese per coordinarsi alla offensiva americana. Tra questi era presente proprio Kataib Hezbollah . Un tentativo per controllare una situazione incandescente e potenzialmente devastante per i piani di Muqtada?
CONCLUSIONI
Questa serie di possibili procedure d’Intelligence del Quds sotto il comando di Qassem Soleimani potrebbero avere come finalità la gestione di un alleato scomodo, per i repentini cambiamenti e ambizioni, come Muqtada al Sadr?
Il tutto parrebbe accelerarsi nel giugno del 2020 con la morte di Soleimani per volere degli USA. Indicativa la foto di Muqtada mentre porge le condoglianze alla famiglia di Soleimani. Poco dopo il chierico sciita abbandonerà i manifestanti delle proteste.
Di: Pier Paolo Santi
Analista OMCOM
In una triangolazione ad alta tensione fra USA, Iran e popolazione irachena, quale anomalia è possibile ricavare da un gruppo sciita armato che minaccia direttamente il Presidente Trump sulla sicurezza delle postazioni militari e civili statunitensi in Iraq?
Saremo giustificati a non trovarne alcuna traccia ma inserendo ulteriori elementi offriremo una maggiore completezza di un micro scenario. Il gruppo in questione non solo sembrerebbe non aver mai partecipato ad una azione operativa ma si presenta come nuovo autodefinendosi “Jund al- Imam al-Hujja”. Nel suo video artigianale comparso nell’Agosto del 2019, riscontriamo effettivamente la presenza di sette razzi mal tenuti e presentati in uno scenario improvvisato. Nonostante simili premesse il gruppo è riuscito ad ottenere un proprio spazio da molti media e siti del globo.
Il secondo punto da focalizzare riguarda l’impostazione ideologica, a loro dire legata ad una colonna dello sciismo iracheno quale Muhammed Muhammed Sadiq al Sadr.
Tra le righe dei vari resoconti compare anche il nome di un attuale protagonista della scena irachena, in quanto stretto parente, Muqtada al Sadr.
Muqtada si è sempre distino come antagonista degli Stati Uniti a partire dal 2003 quando strutturò l’esercito del Mahdi contribuendo alla famosa Insorgenza. Perfino nella fase politica di questi ultimi anni ha sempre cercato di ostacolare i piani di Washington. Una lettura svogliata potrebbe suggerire anche una sorta di associazione fra Muqtada e Jund al-Imam a Hujja ma con il concreto rischio di commettere un errore valutativo di non poco conto. Al chierico sciita quella tipologia di gruppo allo stato attuale non potrebbe che essere fonte di criticità e problematiche di varia natura a partire dall’evidente forzatura d’inserimento di membri della sua famiglia. Muqtada non necessita di simili gruppi per ostacolare gli USA, quando dispone del supporto e fedeltà di miliziani ben collaudati. Non gioverebbe nemmeno con l’applicazione della “doppia faccia”: formare un gruppo sottotraccia e negarne ufficialmente la paternità al solo fine di gestire la componente estrema e quella moderata dei proprio sostenitori. Se fosse stato l’intento ne sarebbe uscita una mala esecuzione tutt’altro che degna delle capacità del nostro soggetto.
Ritorniamo alle eventuali motivazioni che hanno reso possibile un interesse del gruppo da parte di molti:
a)- La mossa di usare figure parentali di Muqtada si è rivelata geniale sia perché chiama indirettamente in causa uno degli attuali personaggi più discussi, sia perché suscita simpatie a molti ambienti fedeli allo scomparso leader storico al Sadr.
b)- I membri di Jund al-Imam al-Hujja sono, in verità, affiliati di una certa fedeltà all’Iran ben conosciuti da altre milizie influenti e con capacità (contatti anche per dare risalto a terzi)
c)- Il gruppo è stato menzionato per un sensazionalismo, tra le altre, per le citazioni dirette a Trump.
d)- Il gruppo è stato creato ad hoc da un secondo attore ben strutturato nella società irachena per mettere in difficoltà Muqtada al Sadr. In verità punto (b) e (d) potrebbero essere una consecutio.
Prendendo in esame le oscillanti posizioni tattiche intraprese da Muqtada è realmente arduo ottenere una chiara visuale di quale attore, nel caso il punto (d) avesse fondatezza, sia stato intenzionato a mettere in imbarazzo e ad ammonire nell’ombra il chierico (perché più di questo non avrebbero potuto ottenere).
Gli USA sono i più tangibili rivali ma è con l’Iran che Muqtada sta proseguendo una partita di pesi e contrappesi. In linea teorica dovrebbe essere allineato con la terra degli Ayatollah ed in parte lo è stato durante le azioni antiamericane del Mahdi o nella recente guerra contro il califfato di Abu Bakr al Baghdadi. D’altro canto molte anche le tensioni dettate dall’impronta nazionalistica (ben poco incline a influenze esterne) di Muqtada, ancora nitida la foto dell’incontro in Arabia Saudita con il principe Mohammed bin Salman (tra i primi competitori dell’Iran). A questo punto della nostra analisi gli avvenimenti sul finire del 2019 e inizio 2020 sono preziosi.
In Agosto 2019, come riportato, compare Jund al-Imam al-Hujja, Muqtada manifesterà anche in altre circostanze dissenso per eventuali attacchi diretti in questa fase. Potrebbe esserci dell’arte d’Intelligence intorno alla possibilità che sia stato un gruppo voluto per dare un avvertimento: intaccare le stesse radici dell’avversario-alleato per demolirne la compattezza, nel caso non tornasse nei ranghi, dei suoi stessi seguaci.
Nei primi di settembre 2019 il chierico lo ritroviamo in Iran in occasione del santo giorno sciita di Ashura. Foto di quella circostanza lo ritrae in mezzo a due figure portanti dell’Iran quali la guida della rivoluzione Sayyed Ali Khamenei e Qassem Soleimani (Intelligence,al Quds). Molti analisti rimasero sorpresi della partecipazione che trasmetteva due messaggi di fondo:
Destinatario l’Arabia Saudita e USA: Muqtada è ritornato nell’orbita madre
Il carattere religioso della cerimonia: essendo un nazionalista e nel contempo un religioso sciita, si è sempre dilaniato su a quale parte dare priorità per la visione ideale del suo Iraq.
Dopo prolungata tensione, pertanto, un primo segnale di ritorno d’allineamento?
Parrebbe tale ma non sufficiente, forse le divergenze erano ancora marcate.
Il primo ottobre in Iraq ha inizio una catena di manifestazioni contro l’allora governo in carica accusato di corruzione e mancate promesse, un governo con al suo interno una forte influenza iraniana. Quest’ultimo particolare non ha fermato Muqtada a tentare di cogliere un occasione verso un rafforzamento in patria del sostegno popolare, sempre a ottobre decise di sostenere i manifestanti . Alcuni osservatori diranno che si trattava di una mossa per tentare la strumentalizzazione di piazza.
A Dicembre veniva eseguito un attentato nell’abitazione di Muqtada per mezzo di un drone. Le conseguenze saranno minime anche per la mancata presenza in loco del leader in quel momento recatosi nuovamente in Iran. Quale Intelligence deciderebbe di vanificare un attacco drone venendo a conoscenza che il suo target non è presente?
Si tratta di un caso di palese incompetenza, improbabile, oppure di un avvertimento. Uno stretto collaboratore di Muqtada, Saleh Muhammad al-Iraq aveva sostenuto che la motivazione dell’attacco andava ricercata nella decisione del leader sciita di sostenere le manifestazioni. Continuando a seguire la cronaca, l’uomo dell’Intelligence iraniana Soleimani si trovava in questa fascia temporale proprio in Iraq per tentare di contrastare le proteste.
LO SCHEMA
Lo schema riporta un cono in cui sono indicati i limiti massimi e minimi di tensione fra Iran e Muqtada al Sadr. Oltrepassarli indicherebbe un tipo di criticità irreversibile (forse non raggiunto neanche con la visita in Arabia Saudita). All’interno del cono un grafico di andamento dei rapporti comprendente un arco temporale che va dall’agosto 2019 al gennaio 2020. Partendo dalla possibilità che sia stato il Quds ad applicare manovre d’Intelligence atte a controllare Muqtada, (α) appare evidentemente troppo distaccata da (β). Si tratta concettualmente di un picco eccessivo che potrebbe occultare altri passaggi di tensione (1;2;3) non riscontrabili dall’OSINT. Riprendiamo il gruppo Jund al Imam al Hijja, effettivamente sono stati compiuti alcuni attacchi da parte di milizie filo-iraniane in Iraq contro postazioni USA ma non ho trovato una rivendicazione del gruppo attenzionato. Fattore a questo punto irrilevante. Tra le milizie più attive attualmente risulta Kataib Hezbollah fedele all’Iran, stata particolarmente sinergica con Soleimani. Potrebbero fazioni come questa aver prestato razzi al fittizio gruppo per inscenare la rappresentazione?
Una nota interessante la offre lo stesso Muqtada al Sadr che nei momenti di questa crisi invitava apertamente di non provocare gli USA con attacchi militari o paramilitari ma con la forza del consenso politico. Un ulteriore contrapposizione con altre strutture filo-iraniane, il tentativo di distinguersi per attirare i manifestanti, forse la presa di posizione pubblica per diffidarsi da gruppi trappola come Jund al Imam al Hijja?
Interessante la riunione voluta dallo stesso Muqtada nel gennaio 2020 con tutte le forze sciite del paese per coordinarsi alla offensiva americana. Tra questi era presente proprio Kataib Hezbollah . Un tentativo per controllare una situazione incandescente e potenzialmente devastante per i piani di Muqtada?
CONCLUSIONI
Questa serie di possibili procedure d’Intelligence del Quds sotto il comando di Qassem Soleimani potrebbero avere come finalità la gestione di un alleato scomodo, per i repentini cambiamenti e ambizioni, come Muqtada al Sadr?
Il tutto parrebbe accelerarsi nel giugno del 2020 con la morte di Soleimani per volere degli USA. Indicativa la foto di Muqtada mentre porge le condoglianze alla famiglia di Soleimani. Poco dopo il chierico sciita abbandonerà i manifestanti delle proteste.
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