DILEMMA INVESTIGATIVO: Meglio tollerare un flusso controllabile dei grandi traffici illeciti (stupefacenti in primis) oppure cercare di neutralizzarli completamente?
Sconcertante vero?
Invitiamo però a soffermarci sulla domanda poiché non tutto è scontato in questo ramo d'Intelligence. Prendiamo come esempio del ragionamento il traffico di stupefacenti. Il problema di fondo consiste in tutti quei cittadini che disgraziatamente assumono droghe: finché esiste una forte domanda ci sarà un'offerta adeguata (legge di mercato). Siamo giunti così a uno dei più grossi dilemmi dell’investigativa internazionale, anche se si tende a non dichiararlo apertamente: smantellare una grossa organizzazione conosciuta porta a un frazionamento imprevedibile e incontrollabile?
Segue un secondo fattore scomodo.
Le principali criminalità organizzate potrebbero essere considerate gestibili (a mio parere erroneamente), se pur destabilizzanti e soffocanti, all’incontrario di “nuovi arrivi” e gruppi ancora non conosciuti, catalogati e analizzati che potrebbero inserire nel complesso mondo criminali delle variabili ancora più preoccupanti?
Simili gruppi potrebbero avviare, anche tramite una assimilazione con organizzazioni conosciute,, traffici difficilmente rintracciabili?
Cosa fare allora?
Certo, la prima via è pragmatica per limitare i danni ma a lungo andare porterebbe a conseguenze incalcolabili per l’inevitabile sopraggiungere proprio di quello che si vuole evitare, frazionamenti ingestibili e varianti a cascata. La seconda strategia (il totale contrasto evitando frazionamenti) è quella da adottare ma non ci porterà al conseguimento dell'obiettivo se procediamo con l'attuale modus operandi . Allora?
Dobbiamo focalizzare l’attenzionamento a quei gruppi cerniera piccoli ma fondamentali per traffici di media-alta entità.
Basandosi su questa direzione di contrasto, forse, esiste una via di uscita che potrebbe tramutarsi in terza possibilità che trova l’apice nella delicatissima fase tra il tempo operativo di una massiccia ondata di arresti (operazione x), in un territorio (y), rivolta a un gruppo cerniera (z), e il tempo percorso affinché il gruppo (z) non si riprenda nel medesimo territorio (y). Vale anche per un eventuale insediamento di un altro gruppo (o). In definitiva, stiamo trattando della famigerata FASE DEL VUOTO DI POTERE. Bene precisare che per simili strutture cerniera spesso al territorio reale (y) va aggiunto quello virtuale (ma reale) della rete dei contatti (µ).
È in questo passaggio che necessita concentrare la massima attenzione investigativa correlata da una eventuale IMMEDIATA fase operativa. Occorre formulare una STRATEGIA che permetta le condizioni di un totale isolamento dei gruppi, evitando azioni di repressione a “macchia di leopardo”. Come per una strategia militare, il nemico va prima accerchiato, indebolito e solo nel terzo passaggio colpito pesantemente evitando aperture di altri fronti. Ovviamente si tratta di una particolare tipologia di guerra (tale deve essere considerata) e quindi fluida: una mentalità rigida potrebbe farci perdere terreno in una delle più grandi sfide del nostro secolo.
Come premesso i traffici, soprattutto di stupefacenti, saranno attivi fino a quando ci sarà la domanda di quel mercato. Tralasciando un miracoloso ed eventuale ripensamento di quella parte di umanità dedita al consumo, dobbiamo partire dal presupposto di rendere i traffici sempre più complessi e rischiosi tanto da costringere i narcos e broker della droga ad AUMENTARE il prezzo senza che ci guadagnino. Possiamo e dobbiamo colpire direttamente i cartelli, le cosche, i clan (etc) più potenti e strutturati ma partendo dall’individualizzazione mirata dei gruppi cerniera. Ripetiamo: Accerchiare, Indebolire e Colpire con una metodologia di logoramento alla Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, con un finale di partita tutto rivolto a Scipione l’Africano.
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