Nel tempo jihadisti tunisini hanno dimostrato capacità ben superiori all’operatività sui campi di battagli. Dagli anni novanta hanno dedicato, infatti, molte delle loro risorse in strutture affini all’Intelligence (in questo caso jihadista) protette da organizzazioni ombrello e cerniera. Strategia che gli hanno permesso di diventare indispensabili all’interno del fluido network terrorista internazionale. Unendo indizi, trascorsi e previsione di scenari potrebbe assumere consistenza l’ipotesi che vede questi soggetti finalizzati a emulare l’antica egemonia aghlabita del IX sec, con un ulteriore espansione concettuale al Mali.
Per comprendere, dunque, l’intima natura dell’ultimo messaggio filo-Iisis diffuso da alcuni di questi terroristi, dovremo forse cominciare a unire piccole tracce sparse tra il Nord Africa e il Medio Oriente.
2014- Diversi dirigenti e militanti di gruppi nord africani come Ansar al Sharia (tunisino e libico) passano dalla parte dell’Isis. È un passaggio sospetto sia analizzando le varie sigle “Ansar” (nota 1), sia la storia, il modus pensandi-operandi di esperti e veterani fra le loro fila.
2017-Abu Bark al Baghdadi viene nuovamente dato per morto. Come successore circola un nome significativo, Mohamed Ben Salem al Ayouni, detto Jalaluddin al Tunisi, chiaro riferimento alla sua origine. Un personaggio chiave nella guerra in Siria, ricoprendo ruoli di alto livello per il califfato soprattutto con il battaglione Ghoraba.
La sua ricerca spasmodica di alleanze e sinergie con gruppi fondamentalisti nord Africani, dovrebbe portare a ritenere che, a un certo punto, non potesse fare a meno di una organizzazione ombrello e cerniera radicata come AS. Infondo erano già stati segnalati contatti con la brigata Oqba Ibn Nafi, particolarmente attiva nella zona di Kasserine.
Colpisce che l’Isis, a suo tempo, abbia incaricato un TUNISINO e non un autoctono, a coordinare le operazioni in Libia nonostante l’accuratezza di usufruire di soggetti come Hassan al Karami in zone come Sirte. In verità Jalaluddin doveva sovraintendere a tutto il nord Africa ma poteva benissimo delegare la situazione di quel preciso settore a un rappresentante del luogo. Diviene una decisione molto delicata quella presa dall’Isis perché il libico (anche il jihadista) per propria indole non accetta EVIDENTI interferenze straniere. Questo punto sarà stato certamente fatto presente ma non commettiamo l’errore di ritenerla una scelta dettata da emotività o ottusità, al contrario è bene collocarla come oculata dopo una seria analisi strategica e operativa. Jalaluddin aveva alle spalle il potere dei jihadisti tunisini?
Ai fini della nostra analisi non è significativo che il “califfo” sia tuttora in vita (oltretutto pare proprio in Libia), lo è invece l’eventuale precedente di Jalaluddin al Tunisi e l’importanza della rete tunisina.
Quest’ultimo aspetto è legato al ruolo dirigenziale assunto dai tunisini proprio in Libia: come Omcom in più occasioni abbiamo cercato di dimostrare come Ansar al Sharia Libia sia una emanazione di quella Tunisina e come l’auto scioglimento della prima un mero depistaggio strategico. Se invece cerchiamo collegamenti diretti, basta citare la battaglia di Ben Guerdane. Siamo giunti inevitabilmente ad un punto che poi si tramuta in quesito:
Dove si stà spostando l’asse della jihad con la scomparsa territoriale del califfato in Siraq?
Molti ritengono verso lo scacchiere asiatico. Punti di partenza, campanelli d’allarme erano stati, ad esempio, episodi come gli attacchi a Marawi, nelle Filippine, da parte di fazioni Isis.
Se, al contrario, seguiamo il percorso di questo articolo l’asse sarà decisamente il nord Africa.
Febbraio 2019- Compare la notizia che Abu Bakr al Baghdadi abbia subito un attentato da un gruppo di sui stessi militanti nella zona di al Keshma (vicino a Baghouz).
L’attentato fallisce e viene soppresso, ovviamente nel sangue dopo giorni di combattimento. Pare che insieme a marocchini e algerini ribelli (quindi nord africani) ci fosse stato un nutrito gruppo tunisino (di riferimento?). Si tratta di un episodio sottovalutato e non particolarmente divulgato dai media ma di notevole rilievo se confermato. I veri organizzatori del blitz (tunisini?) non erano presenti agli scontri e chi voleva morto il loro leader?
A questo punto invito a rileggere la nota (1) che potrebbe dare alcune preziose indicazioni.
2019- I miliziani della zona di Kairouan “si stanno facendo valere”. Non vorrei che il messaggio lanciato qualche giorno fa da un certo Abou Omar al Tunisi (il tunisino), rivolto ad Abu Bakr al Baghdadi, contenga ben altre indicazioni oltre quella che è stata più volte sottolineata, vale a dire un ulteriore giuramento di fedeltà di alcune cellule tunisine all’Isis e l’invito ad atti terroristici in Tunisia. Nello specifico ci vedo invece altri tre messaggi nascosti.
1) Rimarcare la città di al-Qayrawan (Kairouan) ci impone di attingere al passato dell’Islam. Credo come periodo più attenzionabile quello della dinastia Aghlabita. Ricordo che la dinastia imperò anche sulla vecchia provincia romana della Ifrīqiya, dove appunto la Tunisia era l’epicentro. Particolarissime anche le motivazioni con cui gli Aghlabiti presero il comando della zona: astutamente, senza usare la forza o la ribellione nei confronti del califfo di Baghdad della dinastia Abbasida. Anzi, si fecero eleggere protettori della zona dallo stesso califfo, oramai debole e privo di vero potere, con la clausola inusuale che sarebbe stata automatica l’elezione dinastica. In cambio gli Aghlabiti avrebbero dovuto recuperare una unità nella zona a rischio e soffocare ribellioni di varia natura ed entità.
2) È il messaggio che stanno dando all’indebolito al Baghdadi?
La Tunisia sarà una Ifriqiya (non a caso era compreso anche parte della Libia) e sarà autonoma nelle decisioni e nel comando?
Non solo, ripensare agli Aghlabiti (nel filmato in questione non se ne parla ovviamente, sono solo mie considerazioni) vuol dire essere in asse con l’Isis nella filosofia anti sciita? (cosa che al qaeda non adotta)
Gli Aghlabiti furono infatti spodestati dai fatimidi sciiti. Un simbolo di rivalsa che inaugura una stagione di guerre intestine?
Invito a colpire ulteriormente in questo settore le minoranze religiose e in particolare gli sciiti?
3) E’ un messaggio che dalla Tunisia partiranno attacchi contro l’Europa?
L’Italia potrebbe essere a rischio adesso, furono gli Aghlabiti a conquistare la Sicilia e a tentare la nascita di insediamenti permanenti nell’Italia continentale.
L’Italia, fino ad ora, non è mai stata colpita da attacchi terroristici di questa matrice, il merito va certamente attribuito all’ottima investigativa e al notevole bagaglio di esperienza acquisito dalle strutture predisposte. Tuttavia, potrebbe esserci una seconda motivazione (nel momento in cui scrivo la situazione potrebbe repentinamente mutare), riassumibile con una interconnessione fra criminalità organizzata autoctona (italiana) e jihadisti (nota 2).
Esiste un invisibile cordone ombelicale fra Italia e Tunisia, formato da dna jihadista e criminale italiano (anche) e molte dinamiche legate a logistica, traffici, sinergie potrebbero determinare equilibri e scenari futuri. Per questo è essenziale creare strutture d’Intelligence e investigative ad hoc per il contrasto alle interconnessioni. In definitiva dobbiamo rimuovere chirurgicamente corpi estranei in sinergia (c.o.a e terroristi) senza produrre effetti collaterali.
Torniamo all’ambiguo rapporto tra i terroristi tunisini e Abu Bakr al Baghdadi. Se la matrice tunisina è rimasta fedele ad al qaeda allora messaggi come quelli menzionati potrebbero servire solo ad attirare un leader debole e in fuga per farlo catturare o uccidere: una trappola. Se invece sono effettivamente rimasti fedeli, potrebbero usarlo come “paravento” solo per acquisire maggiore potere e autonomia in nord Africa e in zone come il Mali (occorrerebbe un altro articolo per esporre i collegamenti con quest’ultimo paese, i tunisini attenzionati e fazioni sotto il comando di Iyad Ag Ghali).
Mi preme, per concludere, evidenziare che l’Islam del IX e X sec conosceva una ricchezza di arte e scienza completamente ignota a questi fanatici. Pertanto sarebbe semplicemente una continuità storica fittizia nella testa dei terroristi.
(Nota 1)
Le organizzazioni sorte dal 2011 in poi, con una matrice al qaeda e aventi il termine “ANSAR” nelle proprie sigle sono inquadrate in uno stesso piano strategico e svolgono funzioni di struttura CERNIERA e spesso OMBRELLO?
Possiamo ritenere che questo tipo di Ansar siano state una diretta risposta alla morte di Osama Bin Laden?
Nel corso del tempo le strutture Ansar hanno dimostrato un notevole potenziale e fluidità tanto da divenire una sorta di Intelligence Jihadista.
A differenza di quanto sostengono in molti, siamo portati a ritenere che le Ansar siano legate non solo nel nome “Marchio” ma soprattutto da un'interconnessione operativa e strategica ben precisa legata a svariate attività, compresa quella dei traffici illeciti.
Al qaeda le sta usando, con il principio della doppia affiliazione a 360°
L’anno 2014 è fondamentale per comprendere l’utilizzo di molte Ansar, in particolare delle sottoclassi Ansar al Sharia Tunisia e Libia. Alcune sono rimaste ufficialmente nei ranghi di al qaeda, altre hanno prestato giuramento all’Isis e altre ancora rimangano volutamente in uno stato di totale ambiguità. Possiamo, in verità, ritenere che l’Ambiguità sia insita e necessaria a queste strutture (come nel caso Al Nusra che è bene ricordare riporta nella sigla completa il termine Ansar).
Le Ansar si stanno rendendo talmente fondamentali per l’isis (quelle ovviamente interconnesse se non affiliate) che ne potrebbero causare il suo cambiamento interno verso un avvicinamento ad al qaeda o a una situazione d'ibridismo sempre favorevole, nel tempo, alla organizzazione di Zawahiri.
Non è da escludere che le Ansar passate o in stretta sinergia (per la loro natura cerniera e ombrello) con l’isis siano rimaste concettualmente e occultamente al qaeda.
(Occorre una precisazione per evitare equivoci: il termine Ansar è usato nell’Islam, noi ci riferiamo solo a quelle di matrice al qaeda sorte dal 2011 in poi).
(Nota 2)
https://osservatoriomediterraneosullamafia.blogspot.com/2019/01/analisi-criminalita-organizzata-e-jihad.html
Commenti
Posta un commento