Roma, 13 giugno 2019
Comando Unità Speciali
Un’indagine congiunta condotta da Agenzie di Law Enforcement di 18 Stati membri dell’UE e sostenuta da EUROPOL ha portato al sequestro di 4.700.000 prodotti contraffatti.
Durante l’operazione sono stati chiusi 16.470 account di social media e 3.400 siti Web che vendevano prodotti contraffatti. I venditori online di prodotti contraffatti vendevano una grande varietà di articoli contraffatti, compresi vestiti e accessori, scarpe, articoli sportivi, set-top box illegali di IPTV, medicinali, pezzi di ricambio per automobili, telefoni cellulari e altri dispositivi e componenti ICT, profumi e cosmetici.
L’operazione ha portato all’arresto di oltre 30 responsabili e alla denuncia di altre 110 persone alle Autorità Giudiziarie dei vari paesi europei. Sono state individuate almeno due distinte reti criminali responsabili della produzione e del traffico online di prodotti contraffatti. Numerose sono le indagini ancora in corso.
L’Intellectual Property Crime Coordinated Coalition (IPC³) di Europol e la Guardia di Finanza italiana hanno coordinato l'indagine congiunta, gestita con la cooperazione del settore privato. L’attività è stata finanziata da EUIPO e ha visto il coinvolgimento di Forze dell’ordine e organismi statali di Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Repubblica Slovacca, Spagna, Ucraina e Regno Unito.
Piattaforme digitali: non è un paradiso sicuro per vendere merce contraffatta.
I gruppi criminali abusano continuamente delle opportunità di comunicazione offerte dalle piattaforme digitali come siti Web, social media e messaggistica istantanea per offrire prodotti contraffatti. La crescita esponenziale delle piattaforme virtuali ha anche influenzato lo sviluppo di mercati online o e-store, considerati canali alternativi alla vendita al dettaglio. Questi nuovi mercati sfruttano anche i canali social per perpetrare attività illecite.
Le forze dell’ordine, anche con la partecipazione del settore privato, hanno garantito la buona riuscita dell’operazione. Europol, poi, riserva una costante attenzione al fenomeno che risulta essere in costante ascesa: monitorando i social media e le piattaforme di vendita.
Vendere falsi sui social media
I venditori pubblicizzano le merci contraffatte tramite messaggi diretti che mostrano il prodotto e il prezzo. Le offerte possono anche essere inviate indirettamente tramite link nascosti ad altri mercati situati al di fuori dell’UE. Quindi, i dettagli della transazione sono definiti attraverso altri canali di comunicazione come le applicazioni di messaggistica istantanea o anche telefonicamente con nomi diversi. Le spedizioni vengono affidate ai corrieri mentre il pagamento viene solitamente effettuato tramite carte prepagate, società di trasferimento di denaro o altre forme di pagamento elettronico e servizi basati sul web.
I prodotti contraffatti venduti tramite i social media possono essere estremamente pericolosi. Mancando qualsiasi controllo di qualità e non rispettando le norme legali, i giocattoli falsi, i medicinali, i prodotti per la cura del corpo, i pezzi di ricambio per auto contraffatti, gli inchiostri e il materiale utilizzato per la produzione di prodotti e abbigliamento di lusso falso potrebbero essere molto dannosi per la salute dei consumatori.
IPC³ intende promuovere APHRODITE come operazione ricorrente interessando sempre più paesi, società private per le loro competenze, esplorando nuove metodologie operative.
Azioni operative in Italia
Sul nostro territorio nazionale, tra le principali attività concluse dalla Guardia di Finanza, si segnala l’operazione “Pacchi Griffati” condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bolzano che ha disarticolato una filiera produttiva di capi d’abbigliamento di alta qualità che, prodotti su larga scala in un grande laboratorio clandestino ubicato nei vicoli di una città campana, erano destinati al mercato illegale. A conclusione delle attività sono stati sequestrati circa 300.000 loghi, scudetti, etichette e cartoncini identificativi dei marchi contraffatti, 7.000 capi di abbigliamento abilmente contraffatti e denunciati 16 responsabili.
Ancora, un’operazione messa a segno dal Gruppo di Lamezia Terme, che partendo da un profilo Facebook su cui era stato creato un vero e proprio negozio virtuale di abbigliamento e accessori contraffatti, ha ricostruito una tentacolare rete di distribuzione, deferendo all’AG 10 responsabili.
Interessante anche un’operazione conclusa dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari che monitorando la rete internet attraverso i principali motori di ricerca ha accertato la commercializzazione di cosmetici non sicuri mediante siti web specializzati, individuando due aziende responsabili e sequestrando oltre 4,4 milioni di prodotti; denunciati 3 responsabili.
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