In Italia nulla sarà più come prima nel contrasto al terrorismo.
L'episodio dell'autobus incendiato da parte dell'autista italiano nato in Francia di origini senegalesi ci dimostra che la guardia non va mai abbassata e siamo fortunati che grazie a 2 ragazzi stranieri meritevoli di diventare italiani subito (a parere dello scrivente) pronti nel capire la situazione ed alla bravura delle forze dell'ordine non ci sono stati morti.
È necessario analizzare quanto avvenuto con freddezza e fuori dagli schematismi.
Ecco alcuni spunti di riflessione:
- Siamo di fronte ad un atto di terrorista anomalo, al momento non dettato dalla religione ma dall'odio per reazione ad i morti in mare.
- Siamo di fronte a delle mancanze in materia di prevenzione della sicurezza. Dobbiamo abituarci ad essere pignoli. È inspiegabile e ingiustificabile che un soggetto di tal tipo potesse guidare un autobus.
- Siamo di fronte ad un soggetto che ha detto di avere una visione a favore del Pan Africanismo.
Appare quindi evidente che:
- Sbaglia chi pensava che l'Italia avendo al proprio interno la mafia fosse immune da attacchi terroristici.
- Bisogna prendere in considerazione, per evitare il proselitismo, di mettere al 41bis il soggetto che ha bruciato l'autobus. Proselitismo che potrebbe portare o alla sua radicalizzazione verso la jhiad oppure di altri verso la sua personale convinzione assai particolare e probabilmente deviata del Pan Afrcanismo.
In conclusione occorre:
- Non abbassare la guardia iniziando a prevedere tali scenari diversi dal solito.
- Tenere a bada il linguaggio estremista che imperversa nel nostro Paese e che serve solo a favorire gli integralismi contrapposti e di conseguenza il terrorismo.
- Affrontare in modo serio la questione dei ritorni dei combattenti e soprattutto delle loro vedove in Europa.
- Affrontare in modo civile il ritorno dei combattenti italiani anti-Isis che a mio modesto non rappresentano un problema.
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