Comunicato Gdf
Dalle prime luci dell’alba è in corso una complessa operazione antimafia, coordinata dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Caltanissetta e Roma, nei confronti di Cosa Nostra e, in particolare, della famiglia mafiosa di Gela, nella sua articolazione territoriale denominata clan R.
Oltre 100 operatori di polizia, appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza capitolina e alla Questura nissena, stanno eseguendo, in Italia e in Germania, due ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardanti 11 persone, affiliate o comunque contigue all’organizzazione criminale.
Tutti – tranne L., P. e D. – sono indagati, a vario titolo, per aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, perpetrati in Germania, a Roma e in Sicilia.
In particolare, gli investigatori hanno ricostruito gli affari illeciti della consorteria criminale, gestiti mediante una “cellula” operante in territorio tedesco, che il boss S. R. aveva affidato al suo “luogotenente” .
Detta articolazione si occupava dell’approvvigionamento della droga, destinata ad essere smerciata nella Capitale e sulla piazza sicula, ove il sodalizio poteva contare, tra gli altri, sull’associato F. nel ruolo di “grossista”.
In tale contesto, sono emersi contatti con soggetti turchi di notevole caratura criminale, nonché con persone che hanno avuto rapporti con la ‘ndrangheta reggina, tra i quali A. S., pregiudicato di San Luca (RC), meglio noto come “TT” o “U MECCANICU”, all’epoca latitante all’estero e poi catturato, nel dicembre del 2017, nei pressi di Duisburg.
L. e P., infedeli appartenenti alle Istituzioni, sono accusati di concorso in fatti corruttivi, talora aggravati dalla c.d. “agevolazione mafiosa”, per aver messo a disposizione di R. e M., notizie riservate contenute nella banca dati SDI e in alcuni documenti cartacei, nonché per aver cercato, sempre al fine di favorire l’organizzazione criminale, di corrompere appartenenti a Forze dell’ordine in servizio presso alcuni aeroporti italiani, ai quali promettevano utilità in cambio dell’omissione di controlli per facilitare l’esportazione in Russia di significative somme di denaro, da reinvestire in attività economiche con il supporto di esponenti apicali di mafie autoctone.
All’avvocato romano D. vengono contestati indebiti accertamenti “commissionati” a P. per acquisire, mediante la predetta banca dati, informazioni di natura riservata sul conto di numerosi soggetti, del tutto ignari.
L’odierna attività costituisce l’epilogo di una strutturata indagine – condotta, in sinergia, dagli specialisti della Squadra Mobile e del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria– che, alla fine del 2017, aveva già portato all’arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.
Le investigazioni avevano consentito di accertare l’operatività del clan, “etero-diretto” dai reclusi A. e C. R. (entrambi al regime del “carcere duro”), attraverso il fratello S. – poi finito in manette e tuttora detenuto – il quale, a seguito dell’arresto dei germani, avvenuto nel 2015, era stato richiamato in Sicilia dalla Capitale al fine di riorganizzare le illecite attività della famiglia e riaffermarne il predominio sul territorio, coprendo la vacanza di comando venutasi a creare. S., investito del rilevante ruolo di “reggente”, aveva quindi intrapreso rapporti con altri esponenti mafiosi palermitani, trapanesi e catanesi, mostrando un notevole dinamismo, potendosi avvalere di un’organizzazione articolata in un’ala criminale, dedita al traffico internazionale di droga e di armi, alle estorsioni e alle intestazioni fittizie di beni, e in un’ala imprenditoriale, impegnata soprattutto nel settore edilizio e nel commercio di autoveicoli e di prodotti ittici.
L’operazione è in corso nel Lazio, in Sicilia, in Campania e in Umbria, nonché a Colonia e a Mannheim (Germania) dove, in collaborazione con la Polizia Criminale e i Reparti Speciali tedeschi, attivati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, in sinergia con il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, si sta procedendo alla cattura di quattro affiliati (i citati fratelli G., S. G. e C. G.), appartenenti alla “cellula” tedesca, operativa nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia.
Comunicato Polizia di Stato
Esponenti legati alla ‘Ndrangheta e cittadini turchi di notevole caratura criminale dietro il traffico di droga tra Italia e Germania. Una cellula radicata in Germania capace di muovere grandi flussi di droga e denaro con la complicità anche di un avvocato e di esponenti delle forze dell’ordine corrotti.
Questo è quanto emerge dall’operazione "Extra Fines 2 - Cleandro" che si è conclusa stamattina e condotta dalla
Squadra mobile di Caltanissetta e dal Gico della Guardia di finanza di Roma, nei confronti di 11 persone appartenenti al clan Rinzivillo e responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Oltre 100 gli uomini operatori in azione nel Lazio, in Sicilia, in Campania e in Umbria, nonchè a Colonia e a Mannheim.
Gli arrestati sono indagati, a vario titolo, di avere fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. La droga arrivava dalla Germania per poi essere smerciata a Roma e sulla piazza siciliana.
I due appartenenti alle forze dell’ordine, già in carcere, sono accusati di corruzione e di aver messo a disposizione del clan mafioso, a suo tempo, notizie riservate contenute nella banca dati Sistema d'indagine (Sdi). Avevano inoltre ottenuto dei favoritismi ai controlli in diversi aeroporti italiani per agevolare l’esportazione in Russia di significative somme di denaro, da reinvestire in attività economiche.
L’operazione di oggi è l’epilogo di un’indagine che, alla fine del 2017, aveva già portato all'
arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.
Donatella Fioroni
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