Belgio
Il Belgio, per la propria posizione al centro dell’Europa ed in virtù dell’importante scalo portuale di Anversa, polarizza numerose attività illecite transnazionali. Da anni, il territorio, visto come opportunità di investimenti per profitti illeciti, costituisce centro di interesse per tutte le principali mafie di matrice italiana, in particolare cosa nostra e ‘ndrangheta, dedite innanzitutto al traffico di so- stanze stupefacenti ed alla commissione di reati economico-finanziari. In particolare, le province di Mons-Charleroi, di Hainaut e di Liegi sarebbero storicamente interessate dalle infiltrazioni delle cosche. Appare indicativo dei collegamenti criminali tra l’Italia ed il Paese in esame l’omicidio di un soggetto di nazionalità belga, ma di origine calabrese, avvenuto il 27 agosto 2015 a Opglabbeek (provincia fiamminga di Limburg, al confine tra Olanda e Germania), il quale è risultato coinvolto in quello che è stato ritenuto uno dei più rilevanti processi mai celebrati in Belgio per traffico internazionale di cocaina. Nella circostanza, tra i 35 soggetti imputati, tutti appartenenti ad un gruppo criminale belga, figuravano due fratelli della vittima e alcuni referenti dei cartelli colombiani, accusati di aver gestito l’importazione, in meno di un anno, di circa 3 tonnellate di cocaina, per un valore stimato di oltre 80 milioni di euro. Altrettanto significativo il fatto che a Bruxelles, in data 12 dicembre 2015, è stato localizzato e tratto in arresto, dalla polizia italiana in collaborazione con quella belga, un esponente di rilievo della ‘ndrangheta, collegato alle famiglie Pelle e Romeo di San Luca (RC), inserito tra i 100 latitanti più pericolosi in quanto considerato elemento di raccordo con i narcotrafficanti del Sud America. Tra i gruppi calabresi storicamente operativi sul territorio in esame figura il clan COMMISSO (noti “Quagghia”) di Si- derno (RC), colpito, nel mese di gennaio 2016, dall’operazione “Ape green drug”, che ha portato all’arresto di 14 persone, ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L’in- chiesta, oltre a far luce sui rapporti d’affari tra il citato clan e i PESCE di Rosarno (RC), ha evidenziato l’operatività dell’organizzazione in Belgio, Costa d’Avorio e Venezuela, dove poteva contare su basi logistiche utili allo smistamento dei carichi di droga. Altre evidenze info-investigative raccolte nella seconda metà del 2016 confermano le proiezioni delle ‘ndrine sul ter- ritorio belga, essenzialmente connesse al traffico di stupefacenti, in alcuni casi condotto in sinergia con altre compagini criminali. Nell’ordine, come già indicato nella precedente relazione, con l’indagine “Ring new”del mese di set- tembre 2016, la Guardia di Finanza ha arrestato 6 cittadini albanesi e 2 italiani che avevano costituito un’associazione per delinquere, di stanza a Brescia, con collegamenti in altre zone del territorio nazionale, in grado di sfruttare i canali esteri - segnatamente il Belgio, la Grecia e la Bulgaria - per importare ingenti quantitativi di cocaina, eroina, marijuana e hashish. Tra i destinatari dello stupefacente vi erano gruppi criminali legati alla ‘ndrina di Corigliano Calabro (CS), alla camorra e alla criminalità organizzata pugliese. Di rilievo risulta, ancora, l’arresto avvenuto in data 11 aprile 2017, a San Luca (RC), di un elemento di vertice della ‘ndrina STRANGIO, latitante poiché destinatario di mandato d’arresto europeo emesso dalle Autorità del Belgio per associazione per delinquere e riciclaggio. Anche la criminalità organizzata siciliana, attraverso alcuni elementi contigui ai sodalizi agrigentini, risulta presente nel Belgio, ove gli stessi sarebbero dediti a varie attività illecite, tra cui, anche in questo caso, il traffico di stupe- facenti. Tra il 2016 ed il primo semestre 2017 si sono registrati, nel territorio belga e in provincia di Agrigento, alcuni episodi delittuosi, consumati nei confronti di persone originarie di quella provincia. Tali gravi fatti di sangue farebbero pre- sumere l’esistenza di una faida, verosimilmente maturata in ambienti riconducibili al traffico internazionale di so- stanze di stupefacenti sull’asse Belgio - Agrigento. Il legame esistente tra la criminalità organizzata agrigentina e il Belgio viene ulteriormente attualizzato da due arresti, eseguiti su mandato d’arresto europeo a seguito di attivazione delle Autorità del Belgio. Il primo arresto è stato eseguito ad Agrigento, il 17 marzo 2017, ed ha colpito un pregiudicato agrigentino, residente in Belgio, responsabile di traffico internazionale di sostanze stupefacenti; il secondo arresto, effettuato in data 16 giugno 2017, sempre ad Agrigento, ha colpito un soggetto accusato di un tentato omicidio accaduto il 28 aprile 2017 a Grace - Hollogne. La D.I.A di Palermo, grazie alla proficua collaborazione con il collaterale del Belgio e con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, in data 1° giugno 2017 ha tratto in arresto, a Bruxelles, un latitante di di origine palermitana,
colpito da Mandato di Arresto Europeo perché condannato per omicidio ed altri gravi reati.
Il Belgio, per la propria posizione al centro dell’Europa ed in virtù dell’importante scalo portuale di Anversa, polarizza numerose attività illecite transnazionali. Da anni, il territorio, visto come opportunità di investimenti per profitti illeciti, costituisce centro di interesse per tutte le principali mafie di matrice italiana, in particolare cosa nostra e ‘ndrangheta, dedite innanzitutto al traffico di so- stanze stupefacenti ed alla commissione di reati economico-finanziari. In particolare, le province di Mons-Charleroi, di Hainaut e di Liegi sarebbero storicamente interessate dalle infiltrazioni delle cosche. Appare indicativo dei collegamenti criminali tra l’Italia ed il Paese in esame l’omicidio di un soggetto di nazionalità belga, ma di origine calabrese, avvenuto il 27 agosto 2015 a Opglabbeek (provincia fiamminga di Limburg, al confine tra Olanda e Germania), il quale è risultato coinvolto in quello che è stato ritenuto uno dei più rilevanti processi mai celebrati in Belgio per traffico internazionale di cocaina. Nella circostanza, tra i 35 soggetti imputati, tutti appartenenti ad un gruppo criminale belga, figuravano due fratelli della vittima e alcuni referenti dei cartelli colombiani, accusati di aver gestito l’importazione, in meno di un anno, di circa 3 tonnellate di cocaina, per un valore stimato di oltre 80 milioni di euro. Altrettanto significativo il fatto che a Bruxelles, in data 12 dicembre 2015, è stato localizzato e tratto in arresto, dalla polizia italiana in collaborazione con quella belga, un esponente di rilievo della ‘ndrangheta, collegato alle famiglie Pelle e Romeo di San Luca (RC), inserito tra i 100 latitanti più pericolosi in quanto considerato elemento di raccordo con i narcotrafficanti del Sud America. Tra i gruppi calabresi storicamente operativi sul territorio in esame figura il clan COMMISSO (noti “Quagghia”) di Si- derno (RC), colpito, nel mese di gennaio 2016, dall’operazione “Ape green drug”, che ha portato all’arresto di 14 persone, ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L’in- chiesta, oltre a far luce sui rapporti d’affari tra il citato clan e i PESCE di Rosarno (RC), ha evidenziato l’operatività dell’organizzazione in Belgio, Costa d’Avorio e Venezuela, dove poteva contare su basi logistiche utili allo smistamento dei carichi di droga. Altre evidenze info-investigative raccolte nella seconda metà del 2016 confermano le proiezioni delle ‘ndrine sul ter- ritorio belga, essenzialmente connesse al traffico di stupefacenti, in alcuni casi condotto in sinergia con altre compagini criminali. Nell’ordine, come già indicato nella precedente relazione, con l’indagine “Ring new”del mese di set- tembre 2016, la Guardia di Finanza ha arrestato 6 cittadini albanesi e 2 italiani che avevano costituito un’associazione per delinquere, di stanza a Brescia, con collegamenti in altre zone del territorio nazionale, in grado di sfruttare i canali esteri - segnatamente il Belgio, la Grecia e la Bulgaria - per importare ingenti quantitativi di cocaina, eroina, marijuana e hashish. Tra i destinatari dello stupefacente vi erano gruppi criminali legati alla ‘ndrina di Corigliano Calabro (CS), alla camorra e alla criminalità organizzata pugliese. Di rilievo risulta, ancora, l’arresto avvenuto in data 11 aprile 2017, a San Luca (RC), di un elemento di vertice della ‘ndrina STRANGIO, latitante poiché destinatario di mandato d’arresto europeo emesso dalle Autorità del Belgio per associazione per delinquere e riciclaggio. Anche la criminalità organizzata siciliana, attraverso alcuni elementi contigui ai sodalizi agrigentini, risulta presente nel Belgio, ove gli stessi sarebbero dediti a varie attività illecite, tra cui, anche in questo caso, il traffico di stupe- facenti. Tra il 2016 ed il primo semestre 2017 si sono registrati, nel territorio belga e in provincia di Agrigento, alcuni episodi delittuosi, consumati nei confronti di persone originarie di quella provincia. Tali gravi fatti di sangue farebbero pre- sumere l’esistenza di una faida, verosimilmente maturata in ambienti riconducibili al traffico internazionale di so- stanze di stupefacenti sull’asse Belgio - Agrigento. Il legame esistente tra la criminalità organizzata agrigentina e il Belgio viene ulteriormente attualizzato da due arresti, eseguiti su mandato d’arresto europeo a seguito di attivazione delle Autorità del Belgio. Il primo arresto è stato eseguito ad Agrigento, il 17 marzo 2017, ed ha colpito un pregiudicato agrigentino, residente in Belgio, responsabile di traffico internazionale di sostanze stupefacenti; il secondo arresto, effettuato in data 16 giugno 2017, sempre ad Agrigento, ha colpito un soggetto accusato di un tentato omicidio accaduto il 28 aprile 2017 a Grace - Hollogne. La D.I.A di Palermo, grazie alla proficua collaborazione con il collaterale del Belgio e con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, in data 1° giugno 2017 ha tratto in arresto, a Bruxelles, un latitante di di origine palermitana,
colpito da Mandato di Arresto Europeo perché condannato per omicidio ed altri gravi reati.
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