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Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08316
Atto n. 4-08316
Pubblicato il 31 ottobre 2017, nella seduta n. 907
LUMIA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che, secondo quanto risulta all'interrogante:
come emerge da numerose notizie di stampa, la giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia (53 anni) è stata uccisa da una bomba piazzata sulla sua auto. Con le sue inchieste, la giornalista aveva messo in luce presunti legami tra il primo ministro maltese Muscat ed il regime azero e accuse di corruzione;
la giornalista, dopo essere salita a bordo della Peugeot 108 che aveva preso in affitto, intorno alle ore 3 del pomeriggio, a due passi da casa, a Bidnija è saltata in aria. Mezz'ora prima aveva pubblicato il suo ultimo articolo del suo blog "Running Commentary", che si concludeva con la frase "ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata". Il cadavere della cronista, come riferito dagli stessi agenti di Polizia, era irriconoscibile. Lo stesso premier maltese Joseph Muscat ha condannato il grave accaduto: "Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti, ma nessuno può giustificare questo atto barbaro". Il premier inoltre ha fatto appello all'unità nazionale e promesso che non avrà pace "finché non verrà fatta giustizia";
la cronista, solo 15 giorni prima, aveva sporto denuncia dopo aver ricevuto minacce di morte. Aveva iniziato la professione giornalistica scrivendo per il "Sunday Times of Malta" e successivamente per il "The Malta Independent". Solo pochi anni fa lanciò il suo blog, attraverso il quale denunciava atti illeciti e frecciate al Governo in carica, in particolar modo sul fronte economico, essendo divenuta Malta un vero e proprio paradiso fiscale;
è solo di qualche mese fa lo scandalo emerso da un'inchiesta dove "l'Espresso" ha svolto un ruolo chiave per l'Italia, patrocinata dal consorzio giornalistico Eic (European investigative collaborations), dove si smascherava il vero ruolo dell'isola: "Malta fa da base pirata per l'evasione fiscale in Ue"; la giornalista nel 2016 si era occupata dei "Panama papers", scoprendo che due compagnie offshore erano intestate al Ministro dell'energia maltese Konrad Mizzi e al capo dello staff del premier, Keith Schembri. Ed ancora ad aprile 2017, sul suo blog, aveva rivelato al mondo uno scandalo di petrolio e tangenti pagate, secondo i documenti pubblicati, dal regime dell'Azerbaijan ai vertici del Governo maltese, coinvolgendo la moglie del premier Muscat, Michelle, accusandola inoltre di essere la proprietaria di "Egrant", la terza compagnia panamense citata nei Panama Papers;
dalle inchieste emergono finanziamenti per milioni di euro e legami sospetti con il regime azero di Ilham Aliyev, tanto da far arrivare il Paese ad elezioni, ma Muscat nega tutto e viene rieletto. La cronista si concentra così su Adrian Delia, il leader del partito nazionalista maltese, accusandolo di aver fatto l'avvocato per una compagnia maltese con base a Londra che era finita nelle maglie di un'inchiesta per corruzione. Il premier ora ha annunciato un'inchiesta, cui parteciperà anche l'FBI statunitense;
inoltre, dalle inchieste della cronista sarebbero emersi collegamenti con il nostro Paese per il traffico di petrolio e di immigrazione clandestina. Come è emerso da numerose notizie di stampa, infatti, è solo di pochi giorni fa l'operazione condotta dalla Procura di Catania, con a capo il procuratore Carmelo Zuccaro, in collaborazione con la Guardia di finanza, grazie alla quale è stata sgominata un'organizzazione criminale per traffico internazionale di gasolio. È lo stesso procuratore Zuccaro a riferire che "La Libia resta uno degli scenari più caldi. Dove avviene anche un traffico di essere umani. Ma qui vi è anche contrabbando di gasolii: sul quale siamo riusciti a fare piena luce". Nell'operazione sono state arrestate 9 persone tra i quali libici, maltesi ed anche un catanese. Quest'ultimo, Nicola Orazio Romeo, è ritenuto vicino alla famiglia Santapaola-Ercolano. Romeo figura tra i componenti di società intermedie che servivano a nascondere il traffico illecito. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa nei confronti di 9 soggetti (6 dei quali in carcere e 3 agli arresti domiciliari) in quanto promotori, organizzatori e partecipi di un'associazione a delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico illecitamente asportato dalla raffineria libica di Zawyia (a 40 chilometri ad ovest da Tripoli) e destinato ad essere immesso nel mercato italiano ed europeo anche come carburante da autotrazione. L'indagine portata avanti dalla Procura ha portato alla luce un traffico enorme da 80 milioni di chili di gasolio che al netto del mercato attuale produce ricavi molto ingenti (oltre 30 milioni di euro). Il petrolio veniva trasportato con i pescherecci verso la Sicilia (Augusta e Mazara del Vallo), Civitavecchia e Venezia, passando prima per Malta. I distributori erano appartenenti al circuito Eni, che ha denunciato in passato anomalie legate agli introiti: tutti i distributori, all'incirca una decina, di Catania e provincia;
a Malta, l'utilizzo dell'autobomba non è un fatto isolato, si contano decine di omicidi avvenuti con tale modalità. Per la giornalista, infatti, non si sono esclusi moventi esterni che riguardano attività di riciclaggio che coinvolgerebbero organizzazioni criminali di stampo mafioso,
si chiede di sapere:
se il Governo intenda collaborare con gli investigatori maltesi così come, a quanto pare, sta facendo l'FBI, al fine di individuare responsabili e mandanti di un omicidio che deve essere valutato come un attacco alla libertà di stampa e alla stessa comunità internazionale;
quali attività intenda promuovere per comprendere l'origine dell'esplosivo e verificare il circuito criminale che ha consentito un attentato di tale proporzione;
quale cooperazione giudiziaria e di polizia il Governo italiano intenda intraprendere per colpire i traffici illeciti tra Malta e l'Italia, alla luce dell'operazione che la Procura di Catania ha portato avanti.
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