DALLA RELAZIONE DELLA DNA 2016
Le organizzazioni criminali di matrice sudamericana presenti sul territorio nazionale, risultano essere particolarmente attive nella consumazione di reati connessi al traffico internazionale di stupefacenti, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e allo sfruttamento di connazionali, principalmente nel settore della prostituzione, nonché nei delitti contro la persona ed il patrimonio, soprattutto nelle principali aree metropolitane del centro e nord Italia dove, peraltro, si riscontra da diversi anni l’operatività delle cosiddette “bande giovanili sudamericane”, protagoniste di sempre più frequenti comportamenti antisociali ed oggetto di diverse attività di contrasto da parte delle forze di polizia. Con riferimento al settore del narcotraffico, le attività repressive condotte nel corso degli anni evidenziano come le organizzazioni criminali sudamericane risultino essere generalmente strutturate sia in cellule non verticistiche e numericamente esigue, sia in sodalizi multietnici maggiormente strutturati ed a carattere transnazionale, nei quali la presenza di soggetti provenienti dal Sudamerica è finalizzata principalmente all’approvvigionamento del narcotico, in particolare cocaina, a prezzi maggiormente competitivi, grazie ai contatti diretti con i fornitori nei Paesi d’origine. In particolare, nel traffico di cocaina continuano a primeggiare le organizzazioni colombiane, le quali, attive con proprie basi logistiche sul territorio italiano, hanno nella ‘ndrangheta il loro principale referente. Va inoltre rilevato come si stiano dimostrando operativi sul territorio nazionale anche gruppi originari di altri Paesi del centro e del sud-America (quali, ad esempio, ecuadoregni, dominicani, peruviani e messicani), sia in composizione omogenea che multietnica. L’introduzione della droga in Italia avviene tendenzialmente attraverso metodologie consolidate, che prevedono l’utilizzo della via marittima, nel caso di trasporto di grandi quantitativi, con arrivo diretto del narcotico presso i principali scali portuali italiani – come accertato dal numero consistente di sequestri operati dalla Guardia di Finanza - o, in alcuni casi, attraverso uno scalo intermedio presso i principali porti dell’Europa ed il successivo trasporto del narcotico via terra, oppure, per quanto attiene trasferimenti di quantitativi di minore entità, il frequente impiego dei c.d. “corrieri a pioggia”. Tuttavia, al fine di eludere i controlli sempre più accorti, in affiancamento al noto fenomeno degli “ovulatori” e al sempre frequente occultamento del narcotico all’interno di valigie, le varie organizzazioni criminali hanno attivato procedure sempre più sofisticate ed ingegnose, quali l’impregnamento di alimenti e tessuti, nonché, come documentato più recentemente in alcune operazioni della Polizia di Stato, l’ingerimento di ovuli da parte di cani di grossa taglia. Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la tratta e lo sfruttamento sessuale di connazionali di entrambi i sessi, reclutati nei Paesi d’origine, continuano a rappresentare altri importanti settori d’interesse delle organizzazioni criminali sudamericane. Attività di polizia, concluse nel recente passato, hanno inoltre evidenziato casi di coinvolgimento di soggetti e gruppi sudamericani nel favoreggiamento della immigrazione clandestina anche di soggetti di altra nazionalità, finalizzata alla loro regolarizzazione, attraverso fittizie attestazioni lavorative. frequenti comportamenti antisociali ed oggetto di diverse attività di contrasto da parte delle forze di polizia. Con riferimento al settore del narcotraffico, le attività repressive condotte nel corso degli anni evidenziano come le organizzazioni criminali sudamericane risultino essere generalmente strutturate sia in cellule non verticistiche e numericamente esigue, sia in sodalizi multietnici maggiormente strutturati ed a carattere transnazionale, nei quali la presenza di soggetti provenienti dal Sudamerica è finalizzata principalmente all’approvvigionamento del narcotico, in particolare cocaina, a prezzi maggiormente competitivi, grazie ai contatti diretti con i fornitori nei Paesi d’origine. In particolare, nel traffico di cocaina continuano a primeggiare le organizzazioni colombiane, le quali, attive con proprie basi logistiche sul territorio italiano, hanno nella ‘ndrangheta il loro principale referente. Va inoltre rilevato come si stiano dimostrando operativi sul territorio nazionale anche gruppi originari di altri Paesi del centro e del sud-America (quali, ad esempio, ecuadoregni, dominicani, peruviani e messicani), sia in composizione omogenea che multietnica. L’introduzione della droga in Italia avviene tendenzialmente attraverso metodologie consolidate, che prevedono l’utilizzo della via marittima, nel caso di trasporto di grandi quantitativi, con arrivo diretto del narcotico presso i principali scali portuali italiani – come accertato dal numero consistente di sequestri operati dalla Guardia di Finanza - o, in alcuni casi, attraverso uno scalo intermedio presso i principali porti dell’Europa ed il successivo trasporto del narcotico via terra, oppure, per quanto attiene trasferimenti di quantitativi di minore entità, il frequente impiego dei c.d. “corrieri a pioggia”. Tuttavia, al fine di eludere i controlli sempre più accorti, in affiancamento al noto fenomeno degli “ovulatori” e al sempre frequente occultamento del narcotico all’interno di valigie, le varie organizzazioni criminali hanno attivato procedure sempre più sofisticate ed ingegnose, quali l’impregnamento di alimenti e tessuti, nonché, come documentato più recentemente in alcune operazioni della Polizia di Stato, l’ingerimento di ovuli da parte di cani di grossa taglia. Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la tratta e lo sfruttamento sessuale di connazionali di entrambi i sessi, reclutati nei Paesi d’origine, continuano a rappresentare altri importanti settori d’interesse delle organizzazioni criminali sudamericane. Attività di polizia, concluse nel recente passato, hanno inoltre evidenziato casi di coinvolgimento di soggetti e gruppi sudamericani nel favoreggiamento della immigrazione clandestina anche di soggetti di altra nazionalità, finalizzata alla loro regolarizzazione, attraverso fittizie attestazioni lavorative.
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