Organizzazione criminale attiva in Svizzera: promossa l’accusa nei confronti di un cittadino italiano residente nel Canton Argovia
Berna, 16.04.2025 — Il Ministero pubblico della Confederazione ha promosso in data 15 aprile 2025 presso il Tribunale penale federale l’accusa nei confronti di un cittadino italiano residente nel Canton Argovia per titolo di partecipazione e sostegno a un’organizzazione criminale. In particolare, il 58enne è accusato di aver agito almeno tra il 2001 e il 2020 quale referente della cosca di ‘Ndrangheta Anello-Fruci in territorio elvetico e di aver favorito lo sviluppo degli interessi di quest’ultima in Svizzera. L’imputato è altresì accusato di una serie di reati, tra cui importazione, acquisto e deposito di monete false, ricettazione, infrazione alla legge federale sulle armi, gli accessori di armi e le munizioni e infrazione alla legge federale sugli stupefacenti.
Le estese e approfondite indagini effettuate da fedpol nell’ambito del procedimento penale condotto dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) hanno permesso di accertare la presenza in territorio elvetico dell’organizzazione criminale di stampo mafioso denominata ‘Ndrangheta, con centro nevralgico in Calabria e attiva a livello internazionale, come pure di appurare l’appartenenza e il sostegno dell’imputato a tale organizzazione.
Organizzazione criminale di stampo mafioso denominata ‘Ndrangheta, cosca Anello-Fruci
Secondo l’atto d’accusa del MPC, l’imputato avrebbe operato sul territorio svizzero in veste di affiliato e quale persona di riferimento per lo sviluppo degli interessi della cosca Anello-Fruci, la cui esistenza e formazione è stata confermata con sentenze di condanna cresciute in giudicato in Italia. A partire almeno da inizio 2001 e sino a luglio 2020, attraverso condotta duratura e ininterrotta, l’imputato avrebbe consapevolmente partecipato alla sua attività criminale.
Il 58enne avrebbe intrattenuto stretti rapporti in particolare con i suoi vertici, offrendo loro piena disponibilità, personale e di soggetti a lui vicini, nell’esecuzione di condotte illegali e legali finalizzate a contribuire al raggiungimento dei fini illeciti e leciti, finanziari e personali dell’organizzazione criminale. In quest’ottica avrebbe eseguito, o fatto eseguire, ordini impartiti dai vertici della cosca, fornendo a quest’ultima e ai suoi membri supporto logistico. L’imputato avrebbe inoltre operato trasferimenti di denaro contante dalla Svizzera all’Italia, anche tramite terze persone, dopo aver effettuato in Svizzera operazioni di cambio valuta, denaro destinato in parte o integralmente alle casse dell’organizzazione criminale. A favore dell’organizzazione criminale avrebbe altresì funto da intermediario in Svizzera per il traffico di sostanza stupefacente, promosso il traffico illecito di armi e munizioni, reclutato persone per l’esecuzione di attività e dissimulato beni nella disponibilità della cosca. L’imputato avrebbe inoltre intenzionalmente avviato trattative finalizzate a vanificare l’accertamento dell’origine, il ritrovamento o la confisca dei valori patrimoniali, sapendo o dovendo presumere che gli stessi provenivano da un crimine. Al 58enne viene contestato di essersi avvalso del metodo mafioso, esercitando condotte che presentano caratteristiche di sopraffazione e coercizione psicologica, sfruttando il potere intimidatorio dell’organizzazione criminale capace dei più efferati crimini, in particolare nella riscossione di crediti e «mazzette». Tale metodo mafioso troverebbe espressione anche nella costituzione e accumulo di denaro contante «in nero» per illeciti fiscali e trasferimenti in Italia, e nella gestione di attività legate alla ristorazione e a locali pubblici, in diversi cantoni e anche tramite prestanomi.
Organizzazione criminale denominata ‘Ndrangheta, locale di Fino Mornasco coordinata con il locale di Giffone
Secondo l’atto d’accusa del MPC, l’imputato avrebbe sostenuto puntualmente l’organizzazione criminale denominata ‘Ndrangheta, locale di Fino Mornasco coordinata con il locale di Giffone, la cui esistenza e formazione, è stata confermata con sentenze di condanna cresciute in giudicato in Italia, fungendo da intermediario per il traffico di sostanza stupefacente, mettendosi a disposizione o quale intermediario per la vendita di armi, partecipando ad una riunione di ‘Ndrangheta, e traendo in inganno le autorità amministrative svizzere allo scopo di permettere ad un affiliato della locale di insediarsi sul territorio elvetico al fine di agevolare le attività criminali della locale in Svizzera.
Il funzionamento: una organizzazione basata sulla segretezza
Secondo l’atto d’accusa del MPC, l’imputato avrebbe agito nella consapevolezza di contribuire all’esistenza, al consolidamento e al potenziamento di un’organizzazione criminale compartimentata e segreta nella sua struttura, nei suoi componenti e nella sua maniera di agire al fine di durare nel tempo. Un’organizzazione che agisce adoperando qualificata discrezione facendo capo, tra le altre cose, anche a prestanomi, al fine di garantire segretezza alla propria azione illecita e per raggiungere i propri fini criminali e accrescere con mezzi criminali la propria capacità finanziaria.
Altri capi d’imputazione
L’imputato viene accusato di aver agito nell’ambito di traffici illeciti di stupefacenti, effettuando ripetutamente atti preparatori finalizzati a procurare in altro modo ad altri, per la vendita, sostanza stupefacente di tipo diverso. Secondo l’atto d’accusa, l’imputato avrebbe importato, detenuto, alienato, offerto a terze persone, esportato in Italia e offerto la sua disponibilità quale intermediario per la loro vendita, armi e munizioni. Avrebbe importato, tenuto in deposito e offerto a terze persone, banconote contraffatte al fine di metterle in circolazione in Svizzera. Avrebbe anche acquistato o ricevuto in dono e aiutato ad alienare almeno un’arma che sapeva essere o doveva presumere essere ottenuta da un terzo mediante un reato contro il patrimonio.
Le condotte contestate nell’ambito dell’atto d’accusa del MPC sono costitutive di partecipazione e sostegno a un'organizzazione criminale (art. 260ter CP), ricettazione (art. 160 CP), importazione, acquisto e deposito di monete false (art. 244 in comb. con l’art. 250 CP), infrazione alla legge federale sulle armi, gli accessori di armi e le munizioni (art. 33 LArm) e infrazione alla legge federale sugli stupefacenti (art. 19 LStup).
Un’inchiesta internazionale
Nel corso delle indagini condotte da fedpol sotto la direzione del MPC sono state ordinate ed eseguite numerose misure di sorveglianza segrete, quali ad esempio controlli telefonici e ambientali, servizi di osservazione e un’inchiesta mascherata, al fine di identificare gli appartenenti alla struttura criminale di tipo mafioso, nonché le sue finalità criminose e le dinamiche operative. L’istruttoria si è avvalsa anche delle dichiarazioni di più collaboratori di giustizia in Italia. Questi ultimi hanno fornito molteplici informazioni relative all’insediamento della cosca di `Ndrangheta in Svizzera, informazioni che sono state in seguito sviluppate e confermate nell’ambito delle indagini effettuate dal MPC. Un’inchiesta complessa con risvolti internazionali, condotta nell’ambito di una squadra investigativa comune (SIC) costituita insieme alla Procura di Catanzaro.
L’istruzione penale è stata estesa nei confronti di più persone ed ha coinvolto in totale tredici imputati. In data 24 ottobre 2024, il MPC ha emanato un decreto d’accusa per riciclaggio di denaro (Art. 305bis CP) nei confronti di una cittadina italiana 59enne residente nel Canton Soletta. Contro tale decreto è stata interposta opposizione. L’incarto è stato pertanto trasmesso al Tribunale penale federale. Ulteriori due posizioni sono state evase con decreti d’accusa nei confronti di due persone fisiche per contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti (art.19 a LStup) e infrazione alla legge federale sulle armi (art. 33 LArm) e contravvenzione alla legge federale sulle armi (art. 34 LArm). Tali decreti sono cresciuti in giudicato e possono essere consultati presso il servizio giuridico del MPC alle consuete condizioni. Il MPC ha altresì emanato un decreto d’abbandono per titolo di riciclaggio di denaro. Il procedimento nei confronti di un altro imputato è stato trasmesso per competenza all'autorità cantonale.
Nei confronti di sette imputati il procedimento è stato disgiunto ed ha portato ai seguenti risultati:
- delega del perseguimento penale per tre imputati alle competenti autorità italiane. Le condotte realizzate in Svizzera sono state contestate in Italia nell'ambito del processo denominato «Imponimento», che ha portato a sentenze di condanna, in parte non ancora cresciute in giudicato.
- delega del perseguimento penale per un imputato alle competenti autorità italiane. Sentenza di condanna in Italia nell’ambito del processo denominato «Cavalli di Razza».
- decreto d’accusa per infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti (art. 19 cpv. 2 LStup).
- decreto d’abbandono per titolo di riciclaggio di denaro (art. 305bis).
- una posizione è stata trasmessa per competenza all’autorità cantonale.
Le condanne pronunciate in questo contesto costituiscono un risultato importante e testimoniano l’efficacia e l’opportunità della collaborazione tra il MPC, le autorità di perseguimento penale cantonali ed estere.
Per l’imputato vale la presunzione di innocenza fino al passaggio in giudicato della sentenza. Con il deposito dell’atto di accusa, la competenza a fornire ulteriori informazioni passa al TPF.
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