TOSCANA
La Toscana si conferma, anche nel periodo di riferimento, un territorio d’interesse delle consorterie criminali, con particolare riferimento al settore turistico-alberghiero soprattutto lungo la costa, alla gestione dei rifiuti, alla ristorazione ed agli appalti pubblici.
In continuità con il semestre precedente, nella Regione permane la presenza e l’operatività di soggetti contigui alle organizzazioni criminali mafiose ma anche di consorterie criminali straniere dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione e della manodopera clandestina.
Le attività investigative hanno ulteriormente mostrato come la Toscana rappresenti una terra di interesse per le consorterie criminali. Nello specifico, le attività criminali si concentrano nell’estorsione e nell’usura, nel traffico e spaccio di sostanze stupefacenti tra la Regione d’origine e la Toscana stessa, nella gestione, traffico e smaltimento illecito di rifiuti, nel riciclaggio di danaro e reimpiego in attività immobiliari o imprenditoriali, con particolare riferimento al settore turistico-alberghiero e, infine, nella penetrazione nell’economia legale tramite l’alienazione e/o costituzione di attività imprenditoriali edili con l’obiettivo di acquisire appalti pubblici.
L’11 gennaio 2022, nelle province di Lucca, Caserta e L’Aquila, la Guardia di finanza ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro. L’attività trae origine dall’operazione condotta nel 2018 dalla Guardia di finanza con l’arresto di soggetti appartenenti a un’organizzazione a delinquere con base a Lucca e contigua al clan dei CASALESI, dedita all’aggiudicazione illecita di appalti, alle frodi nelle pubbliche forniture e al riciclaggio dei relativi proventi in aziende toscane e campane.
La Polizia di Stato in collaborazione con la Guardia di finanza, il 13 gennaio 2022, ha datoesecuzione in provincia di Arezzo ad un decreto di confisca nei confronti di un gruppo di soggetti ritenuti appartenenti al clan campano BOVE-DE PAOLA.
Il 15 giugno 2022, la DIA di Firenze ha eseguito, tra le province di Firenze, Pistoia e Roma, la confisca di beni, per un valore di oltre 10 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore campano residente nel Pistoiese, originario della provincia di Napoli ma da molti anni operante in Toscana, già colpito da misura di prevenzione patrimoniale.
Si segnala, infine, che a seguito dell’operazione “Revenge”, conclusa il 10 settembre 2021 dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza di Firenze con l’esecuzione di 12 provvedimenti cautelari a carico di soggetti ritenuti affiliati ad un clan camorristico di Nocera Inferiore (SA), il 1° luglio 2022 è stato eseguito un decreto di sequestro che ha riguardato beni per un valore di 500 mila euro riconducibili a un esponente del predetto sodalizio, indagato per associazione mafiosa, riciclaggio e usura.
Le attività investigative in questo semestre hanno portato alla luce traffici illeciti organizzati da soggetti legati alla ‘ndrangheta che continua a dimostrarsi attiva in Toscana. Le principali attività illecite già riscontrate negli ultimi anni riguardano gli ambiti del riciclaggio di denaro, delle estorsioni, del traffico di stupefacenti e dello smaltimento illecito di rifiuti. Proprio in questo ultimo settore, il 18 gennaio 2022 nelle province di Firenze, Arezzo, Pisa e Crotone, la DIA di Firenze, unitamente ai Carabinieri Forestali e al NOE del capoluogo toscano, ha eseguito una misura di prevenzione patrimoniale con il sequestro di beni per oltre 5 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore calabrese operante in Toscana nel settore dei rifiuti, già arrestato ad aprile 2021 nell’ambito delle operazioni “Keu” e “Calatruria”. Il patrimonio sequestrato comprende numerosi terreni, società, impianti e abitazioni ubicati in Toscana, nelle province di Arezzo, Firenze e Pisa, e in Calabria, nel crotonese, oltre a conti correnti, polizze e automezzi facenti capo all’indagato e al suo nucleo familiare. Il prevenuto, in particolare, legato da vincoli di parentela con esponenti del clan GRANDE ARACRI di Cutro (KR), gestiva il traffico di rifiuti speciali in Toscana e, nel corso degli anni, aveva accumulato una ricchezza sproporzionata rispetto alla sua capacità reddituale; le indagini hanno infatti dimostrato sia la pericolosità sociale del proposto sia la sperequazione economico-reddituale, presupposti accolti e confermati dal Tribunale di Firenze che ha emesso il provvedimento ablativo.
Il 27 gennaio 2022, nella provincia di Siena, la DIA di Firenze e la Polizia di Stato hanno eseguito un decreto di sequestro132 nei confronti di due soggetti di origine calabrese ritenuti affiliati alla ‘ndrina Grande Aracri di Cutro (KR) e al locale di Petilia Policastro. Il provvedimento ha riguardato una serie di porzioni immobiliari di tipo rurale ubicate nel Comune di Chiusdino (SI), acquistate nel 2007 da una società cooperativa agricola e consistenti in un fondo agricolo di oltre 350 ettari per un valore complessivo di 5 milioni di euro.
Il 28 giugno 2022, a Livorno, i Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Firenze a carico di un imprenditore originario di Guardavalle (CZ) da molti anni residente in provincia di Pisa e considerato elemento di spicco della cosca di ‘ndrangheta GALLACE, già condannato a 22 anni di reclusione per la cosiddetta “strage di Guardavalle” del 1991. L’attività è scaturita dagli esiti dell’operazione “Geppo/Calatruria” conclusa nell’aprile 2021 con l’arresto di 17 indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso per aver agevolato la predetta cosca GALLACE.
Anche se nel semestre in parola non sono state registrate criticità legate alla criminalità organizzata siciliana, le attività info-investigative sinora esperite confermano la presenza nel territorio di soggetti affiliati o contigui a varie famiglie mafiose siciliane trasferitisi in Toscana da diversi anni e che, tuttavia, mantengono nel territorio un basso profilo.
Ad oggi, sulla base delle attività condotte in ambito regionale, nonché dei provvedimenti interdittivi antimafia emessi dai Prefetti competenti (uno dei quali nei confronti di un’azienda esposta a rischi di infiltrazioni mafiose nel semestre in esame), cosa nostra risulta attiva ma apparentemente meno penetrante in Toscana rispetto alla ‘ndrangheta e alla camorra che, invece, dimostrano elevata capacità d’infiltrazione e radicamento nel tessuto socio-economico.
Negli ultimi anni le indagini delle forze di polizia hanno portato alla luce attività illecite organizzate, gestite e condotte da soggetti legati a cosa nostra, come confermato dall’operazione “Golden Wood”, diretta dalla DDA di Firenze e condotta dalla Guardia di finanza di Prato che, nel 2020, aveva documentato come un gruppo criminale attivo tra le province di Firenze e Prato avesse creato e gestito sia direttamente, sia tramite una serie di prestanome, un sistema di imprese operanti nel settore del commercio di pallet, con sedi in tutto il territorio nazionale e anche in Toscana, Sicilia e Lazio, con lo scopo di riciclare i proventi degli affari criminali della famiglia mafiosa di “Corso dei Mille” di Palermo.
Per quanto attiene alla criminalità straniera, le nazionalità maggiormente presenti nel territorio toscano si confermano quelle romene, cinesi e albanesi. Rivestono tuttavia un ruolo significativo anche i soggetti di etnia magrebina e nigeriana, impegnati soprattutto nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti.
In particolare, le compagini albanesi sono quelle maggiormente dedite alle attività illegali, seguite dai gruppi cinesi che, come noto, continuano a mantenere un ruolo primario in molte attività, specialmente nel distretto del tessile-abbigliamento che coinvolge l’hinterland fiorentino (con specifico riferimento alla zona industriale dell’Osmannoro e ai Comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio) fino a ricomprendere tutta la provincia di Prato e parte di quella di Pistoia.
Il 15 febbraio 2022, nelle province di Firenze e Prato, la DIA di Firenze e i Carabinieri hanno concluso l’operazione “Black Eagle” che ha coinvolto le Autorità Giudiziarie e di Polizia di 7 Paesi e che ha consentito di disarticolare l’organizzazione mafiosa di origine albanese clan OSMANI operante nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti e nel riciclaggio. L’organizzazione criminale importava e gestiva il traffico di cocaina proveniente dall’America latina e destinatain Europa (in particolare Barcellona, Amburgo, Praga e Anversa) e proprio in queste ultime due città gli OSMANI mantenevano i loro principali interessi quali lo sfruttamento della prostituzione, dei casinò e di proprietà immobiliari; Spagna e altri Paesi dell’UE venivano poi utilizzati per complesse operazioni di riciclaggio dei proventi del narcotraffico, per un valore stimato di svariati milioni di euro; a Prato, inoltre, una figura apicale dell’organizzazione aveva il compito di reinvestire il denaro nel territorio. Sono stati eseguiti 45 arresti, sequestrati droga, armi e beni per un valore di circa 2 milioni di euro. L’operazione congiunta è il risultato di una complessa indagine internazionale che ha coinvolto la Direzione Investigativa Antimafia e le Forze di Polizia del Belgio.
Esponenti criminali di origine centro e nordafricana, presenti in quasi tutte le province toscane, sono impegnati prevalentemente nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, nonché nel favoreggiamento e nello sfruttamento della prostituzione e nella vendita al dettaglio di merce contraffatta. Non si può escludere che essi interagiscano con criminali di altre nazionalità al fine del raggiungimento del controllo del mercato della droga e del successivo reimpiego dei relativi proventi.
Significativa al riguardo l’operazione, conclusa il 2 febbraio 2022 nelle province di Firenze, Prato, Milano, Bergamo e Cremona, dalla Guardia di finanza con l’esecuzione di un’ordinanza custodiale emessa del Tribunale di Firenze a carico di 9 persone di origine maghrebina ealbanese, nonché con il sequestro preventivo di 2 aziende e di oltre 130 mila euro. I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illeciti di stupefacenti, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio poiché gli indagati avrebbero costituito un sodalizio criminoso dedito alla importazione di cocaina dall’Olanda e dal Belgio per la successiva commercializzazione nel territorio italiano. I proventi del traffico sarebbero poi stati reimpiegati in due aziende delle Province fiorentina e pratese intestate a taluni congiunti degli indagati e sottoposte anch’esse a sequestro preventivo.
Analoga conferma della sinergia tra esponenti di diverse compagini criminali straniere si è avuta con l’operazione conclusa, il 15 marzo 2022 nelle province di Firenze e Bologna, dalla Polizia di Stato con 9 misure cautelari eseguite a carico di un sodalizio composto da soggetti italiani, marocchini e albanesi. Il giro d’affari era gestito da un cittadino albanese residente a Firenze trovato in possesso di 26 kg di cocaina e 22 kg di eroina.
Con specifico riferimento al traffico internazionale di droga, si rammenta l’ingente sequestro di 476 kg di cocaina, avvenuto il 9 novembre 2021 sul tratto autostradale dell’A1, all’altezza del casello di Arezzo, dalla Guardia di finanza e dalla Polizia Stradale. L’attività aveva permesso l’arresto di un cittadino albanese incensurato residente nella provincia di Firenze poiché trovatoin possesso di 400 panetti di cocaina occultati in un furgone. Tale operazione si è poi rivelata parte di una più ampia e articolata indagine contro il narcotraffico, condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla DDA di Trieste in sinergia con l’autorità giudiziaria colombiana, che ha portato l’8 giugno 2022 all’emissione di una Ordinanza di custodia cautelare.
Con riferimento alle condotte illegali perpetrate da soggetti di etnia cinese, presenti soprattutto nelle province di Firenze e di Prato, oltre ai reati inerenti alla produzione e alla commercializzazione di merce contraffatta o non conforme alla normativa comunitaria, si confermano il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della manodopera irregolare, nonchè ai reati estorsivi e predatori commessi prevalentemente nei confronti di connazionali.
La criminalità cinese mostra la presenza nel territorio di soggetti che hanno manifestato anche una spiccata inclinazione ad azioni violente come documentato dai recenti arresti che hanno destato anche un particolare allarme sociale. Infatti, il 24 gennaio 2022, in provincia di Firenze, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Firenze su richiesta della DDA del capoluogo, a carico di 3 cittadini di origine cinese residenti nella provincia di Prato ritenuti responsabili di rapimento a scopo di estorsione in danno di un connazionale proprietario di un ristorante nell’empolese.
Il 4 maggio 2022, la Guardia di finanza di Prato ha concluso l’Operazione “Pluto” avviata nei confronti di un’organizzazione criminale che avrebbe trasferito all’estero oltre 170 milioni di euro frutto di attività illecite. Il sodalizio era costituito dai congiunti di una famiglia di origine cinese residente a Prato i quali, avvalendosi di prestanome, dal 2013 avevano costituito 24 imprese individuali “fantasma”, allo scopo di acquisire da altri connazionali operanti nel territorio nazionale ingenti provviste di denaro, frutto di evasione fiscale ed altri reati.
Per ulteriori approfondimenti sulle specificità provinciali della Toscana si rimanda al capitolo 15.
Commenti
Posta un commento